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Lettera alla vita di Camilla Domogrossi

Cara vita,
sai ,era da molto tempo che volevo scriverti ma non ne ho avuto mai il coraggio finchè ieri ,dopo aver letto un po’,ho preso carta e penna e ho incominciato a riflettere su quanto avevo da dirti. Iniziavo a scrivere, ma già alla seconda riga mi fermavo, cancellavo e riscrivevo il tutto nuovamente. Cercavo un inizio speciale, un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e sincero allo stesso tempo. Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non ho mai saputo: non c’è cosa migliore dell’essere semplici. Così, con questa semplicità, voglio scriverti per razionalizzare il pensiero del mio cuore in questa pagina ancora bianca e per esserti grata; grata per avermi regalato un mondo così bello, ma soprattutto vivo. Innanzitutto, grazie vita per avermi fatto conoscere il dolore. Quel dolore così violento e straziante, quello provocato dall’odio e dal falso sorriso degli invidiosi e degli ingrati. Quel dolore che solo a pensarci mi tornano i brividi perché così gelido e ardente in grado di spaccare le pietre, di rompere sovraumani silenzi.

Grazie vita perché, nel bel mezzo di questa sofferenza, ho scoperto ciò che senza di essa non potrebbe esistere: la felicità.
“Felicità..” che bella parola dirai. Ma che cos’è veramente? Beh, parlare di felicità è sempre stato molto difficile in quanto essa è un concetto puramente personale e soggettivo lontano da ogni tipo di ragionamento. Sin dall’antichità, filosofi, pensatori e scrittori si sono anche loro posti questa domanda e non tutti sono riusciti a darle una risposta. Molti pensavano che la felicità non esistesse, altri la identificavano con l’edonè (il piacere) ed altri ancora sostenevano che essa coincidesse con il condurre una vita buona. Sai, il mio concetto di felicità non rientra in nessuno di questi.

Io penso che tu sia, oh vita mia, un percorso: un percorso che include ,ovviamente, momenti. Questi momenti, a seconda del cammino che si sta conducendo, possono essere ardui, stancanti, ma anche incredibilmente straordinari e gioiosi. Durante il nostro viaggio, potremmo incontrare, inoltre, diverse persone e , tra queste, bisogna imparare a distinguere quelle vere di cui possiamo fidarci da quelle ipocrite dalle quali è meglio stare lontani perché saranno esse ad accompagnarci in questo nostro andare.
Solo una volta arrivati a destinazione, che, come tutti sanno ,cambia a seconda dell’individuo ,saremo in grado di constatare se siamo stati felici o meno ripensando a tutti i momenti passati.

E io ti ringrazio vita, per avermi fatto comprendere proprio questo: non c’è discesa senza una salita, non c’è gioia senza sofferenza, non c’è soddisfazione senza un duro lavoro dietro. Secondo me, per percorrerti senza essere ingannati, dobbiamo essere istruiti, dobbiamo abbandonare quell’inerzia che ci opprime ogni giorno e che ci rende pigri, svogliati. Dobbiamo essere spronati dalla nostra voglia di conoscere, dobbiamo studiare per imparare a crescere e per affrontare gli ostacoli da te imposti al fine di renderci migliori. In conclusione, essere felici è riconoscere che vale la pena viverti, nonostante tutte le sfide, incomprensioni, periodi di crisi. Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado di viaggiare dentro il proprio essere.

Camilla

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