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Lettera ad un amico di Vittoria Lotti

Norimberga, 1941

Caro Theodor,
credo che questa sarà l’ultima lettera che riceverai da me. Non so esattamente da dove iniziare ma credo sia meglio partire dall’inizio.
È successo circa 3 mesi e mezzo fa.
Stavo passeggiando per la via di Tempelhof, una via agitata e confusa a dire il vero ma sotto gli sprazzi di sole che filtrava tra una nuvola e l’altra, la notai.
Una ragazza molto alta dall’aspetto grezzo ma nel complesso abbastanza carina mi stava seguendo. Pensai che forse stava semplicemente facendo la mia stessa strada poi capii, era una prostituta.
L’ultima volta che ebbi un rapporto con una prostituta fu nel ’36 in quel bordello di Amburgo ricordi? In ogni modo, non ne avevo nessuna voglia quel giorno così mi girai per mandarla via, ma non appena lo feci vidi nei suoi occhi la situazione degradante in cui ella si trovava.
Così presi una decisione e la portai a casa.
Iniziò a spogliarsi ma la fermai subito e le spiegai che intendevo solo aiutarla. Le chiesi il nome ma non mi rispose, cercai di capire se si trattasse di un’analfabeta o semplicemente di una straniera ma no, era senza dubbio tedesca, ma non parlava, forse per paura. L’aiutai, la feci mangiare, le diedi dei nuovi abiti e cercai di parlarle ma nulla, sembrava non volerne sapere di me. Dopo un po’ di tempo però, sebbene ricambiasse il mio aiuto, sapevamo che la situazione non sarebbe potuta andare avanti. Presto l’avrebbero scoperta e me l’avrebbero portata via.
E così fu… Te lo giuro Theodor, in quel grido che le veniva dal cuore trapelava la speranza di una nuova vita, una vita che avrebbe potuto affrontare al mio fianco. Ci avrei provato, un’opportunità di redenzione sociale, questo era ciò di cui avrebbe avuto bisogno. Sto partendo Theodor, sto andando da lei, voglio salvarla. Ho scoperto il suo nome, si chiama Bertha Möller e credo la stiano portando in un campo. So che penserai che sono un folle, ma nella mia miserabile vita non ho mai fatto nulla per qualcuno, verflucht!
Ora è arrivato il momento, ti saluto Theodor e spero che questa mia decisione sia un atto per distinguermi da coloro la cui mente è spaventosamente contorta.

Il tuo fedele amico,
Friedemund

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