“A mia madre”
Giovane donna ti resi madre
e solo ora nel tuo fare ti comprendo.
Forte e fiera, un tempo,
orgoglio dei miei giovani anni,
tu madre taciturna con egida profonda
hai sorretto i miei passi
plasmando quel che vedi.
Ora ti guardo,
la vita vergata dall’inaccettabile,
il sorriso tremulo
e la forza sopita,
pezzo di cuore disperso nell’oblio,
io ti stringo ancora
anche quando non lo sai.
Tu, madre,
ai lunghi giorni di solitudine
affidi
i tuoi respiri,
il pensiero di te
mi è sempre accosto,
mio dono prezioso
come oro d’Africa
tra le mani che a me tendi
mentre ancora mi sorridi
Maria Rosaria Vadacca
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