MILANO – “Il mare è come la musica: contiene e suscita tutti i sogni dell’anima” diceva Carl Jung. Gli oceani ospitano delle creature incredibili, dei pezzi di storia e dei tesori inestimabili. A questo proposito ecco che, dalla Spagna ai Caraibi, potete ammirare in piena armonia con la bellezza dei fondali marini, alcuni complessi di opere d’arte contemporanea che danno origine a dei veri e propri musei subacquei.
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Immersione nell’arte
“Il mare è un immenso deserto dove l’uomo non è mai solo, perché sente fremere la vita ai suoi fianchi“. Jules Verne descrive così l’oceano e se pensiamo che in esso vi abitano qualche migliaio di miliardo di creature, 250.000/274.000 sono solo le specie descritte fino ad ora, non potrebbe avere più ragione di così. Ma le “grandi acque blu” non sono solo popolate da pesci colorati e da sgargianti coralli; esse nascondo anche tesori, pezzi di storia, opere d’arte e, strano ma vero, persino musei di arte contemporanea, come questo all’isola Gili Meno in Indonesia.
Questa suggestiva idea di collocare delle sculture in fondo al mare non fa altro che esaltare ancora di più la bellezza e la preziosità dell’arte e allo stesso tempo della natura che la circonda: le sculture possono quindi diventare sia una sorta di “abitanti dell’oceano”, sia parte della natura stessa, sia case artificiali per i pesci e le piante che popolano il mare fondendosi così con la flora e la fauna marine. L’iniziativa di istituire dei musei subacquei, ha anche lo scopo di proteggere il mare; i musei rendono protette le aree marine contribuendo così alla salvaguardia delle specie che abitano le barriere coralline e i fondali marino dove si trovano le sculture.
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Cancun, Mexico
Uscendo dal Bel Paese possiamo trovare il “Musa, museo subacuático de arte” in Messico al largo di Cancun, tra Isla Mujeres e Punta Nizuc. Esso ospita la bellezza di 500 opere d’arte, tutte realizzate con materiali particolari che promuovono la sopravvivenza dei coralli. Tanti sono gli scultori internazionali che hanno che hanno scelto di dedicare all’oceano le proprie opere d’arte e uno tra questi è Jason deCaires Taylor, l’eco-scultore britannico che nel tentativo di riparare alcuni dei danni subiti dalla barriera corallina, ha creato un habitat artificiale per esporre le proprie opere in totale armonia con il mondo sottomarino. Proprio queste opere, visibili tramite immersioni, snorkeling e barche trasparenti, sono ora diventate la casa di tanti pesci e alghe.
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Lanzarote, Canarie
Sempre Taylor è protagonista di un’altro museo subacqueo, ossia il “Museo Atlantico” dell’isola spagnola di Lanzarote, nelle complesso delle Canarie. Sta volta Taylor abbraccia qui una causa che in questo periodo sta vedendo protagoniste migliaia di vittime, ossia il viaggio dei migranti: a 12 metri di profondità si trovano le sculture “The Raft of Lampedusa” e “The Rubicon” che denunciano e celebrano la tragedia dei migranti, che nel loro tragitto verso Europa tramite il mare hanno in esso perso la vita.
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Grenada, Caraibi
Jason deCaires Taylor ha realizzato anche numerose opere per il Parco di sculture sottomarine di Grenada, ai Caraibi. Il Parco è una galleria subacquea situata a diverse profondità nell’area marina protetta di Molinere Beauséjour di Grenada e perfettamente integrata nell’ambiente marino. Sono 65 le sculture che popolano queste meravigliose acque tropicali. Ma tra tutte queste opere spicca in particolare quella dal titolo “Vicissitudes” raffigurante un gruppo di bambini a grandezza naturale in cerchio mentre si tengono per mano e, nel corso del tempo, rimodellata dall’acqua, dalle alghe e dai coralli che la ricoprono.
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Protetta da una gola naturale nella barriera corallina, “The Lost Correspondent” è l’altra scultura che cattura l’attenzione dei sub-visitatori; essa rappresenta un uomo mentre lavora alla sua scrivania, ricoperta di ritagli di giornale che documentano vicende storiche tra Grenada e Cuba. Per completare questa “immersione nell’arte” occorre vedere “Tamcc Faces”, un progetto che ha coinvolto gli studenti del college della comunità locale e che rappresenta una serie di volti a grandezza naturale di etnie e di espressioni facciali diverse, inseriti in un grande masso di corallo a simboleggiare la convivenza pacifica di genti diversi tra loro, anche in luogo così grande come l’oceano dove potrebbero tranquillamente vivere speratamene.