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Referendum sulle trivelle, l’opinione degli scrittori e di chi ama la cultura

Sul referendum sono diverse le posizioni prese da intellettuali, politici ed influencer della rete. Ecco il punto di vista di Libreriamo e di diversi scrittori

MILANO – Domenica 17 aprile gli italiani dovranno decidere se prolungare le concessioni alle piattaforme petrolifere che estraggono gas e materiale fossile dai loro mari. Sul referendum sono diverse le posizioni prese da intellettuali, politici ed influencer della rete, analizziamo alcune delle posizioni da parte degli scrittori italiani e quella di Libreriamo, attraverso le parole del suo fondatore Saro Trovato.

VOTARE SI – Lo scrittore Erri De Luca, da sempre in prima linea quando si tratta di intervenire su fatti e manifestazioni che riguardano l’opinione pubblica (vedi il caso TAV), nei giorni scorsi ha invitato a votare votare Sì al referendum sulle trivelle (ovvero no alle concessioni future). Secondo lo scrittore votare si significa “dare un risarcimento a noi stessi, alle nostre capacità di ribellione” in un “Paese sotto anestesia dove i giovani nascono già vecchi”.

L’IMPORTANZA DEL VOTO – Sull’importanza dell’andare a votare pone l’accento lo scrittore Marcello Fois. “Bisogna andare a votare – ha affermato – perché quando il gioco si fa duro bisogna giocare duro e qui la stanno mettendo sul pesante. Io sono del parere che il cittadino è più cittadino quando vota, perché fa il gesto di esercitare i poteri che la democrazia gli concede. Poi si può votare sì, no, scheda bianca, scrivere delle parolacce, io sono per il partito della scheda bianca ma bisogna comunque votare, è un qualcosa che scaturisce da un’azione”. La sua conterranea, la scrittrice sarda Michela Murgia, sottolinea sul suo profilo Facebook l’importanza di votare “Si” utilizzando la “Piccola parabola sul referendum contro le trivelle”. “Ma come caxxo fa a esistere un regolamento comunale che dice che tu puoi tenerti casa mia finché ti serve, anche in eterno?”

L’INDIFFERENZA DEI MEDIA – Lo scrittore Massimo Gramellini, entrando nel merito all’interno del suo spazio su La Stampa, indirizza la sua critica verso nessun schieramento, ma segnala l’indifferenza con cui i media stanno trattando la questione. “La Costituzione ha previsto esplicitamente un quorum (del 50 per cento più uno). E lo ha fatto per difendere lo Stato dallo strapotere delle minoranze motivate. I fautori del «Sì» non se la prendano con chi difende l’evidente legittimità dell’astensione. Se la prendano con la tv di Stato che ha dato al referendum sulle trivelle meno spazio che al campionato italiano di tamburello”.

LA CULTURA E’ IL VERO PETROLIO – Noi di Libreriamo ci battiamo ogni giorno e cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del nostro patrimonio artistico e sull’assoluta necessità di valorizzarlo, non deturparlo. “Ogni singola trivella  che perfora il sottosuolo marino rappresenta un buco devastante, una voragine che va a distruggere il nostro già usurpato patrimonio paesaggistico – afferma il fondatore di Libreriamo Saro Trovato –  un tesoro che attrae ogni anno milioni di turisti da tutto il mondo, mettendo per di più a rischio la salute dei nostri mari. Gli interessi dei privati non possono prevalere su ciò che di più prezioso possiede e contraddistingue l’Italia, ovvero la cultura millenaria e un territorio unico in tutto il mondo. Basterebbe valorizzare al meglio tutto questo per risollevare l’economia italiana, utilizzando il vero petrolio che farebbe ripartire il suo motore: stiamo parlando della cultura, non degli idrocarburi che stanno sotto i nostri mari. Non il gas naturale, non il petrolio, non le trivelle: è la cultura il vero combustibile per far ripartire l’Italia”.

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