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Maurits Cornelis Escher, la sfida dei limiti

Noto a tutti per la sua stupefacente capacità di presentare costruzioni impossibili, esplorare l'infinito

 MILANO – Ricorre oggi l’anniversario della nascita dell’incisore e grafico olandese Maurits Cornelis Escher, noto a tutti per la sua stupefacente capacità di presentare costruzioni impossibili, esplorare l’infinito, creare tassellature del piano e dello spazio e motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti. La sua produzione fino al 1937 è ispirata a paesaggi italiani e strutture architettoniche e mostra interesse per problemi spaziali e rappresentazioni insolite e bizzarre; in seguito, influenzata dallo studio di mosaici moreschi e di trattati scientifici, è sostanzialmente fantastica e visionaria: forme geometriche basilari, ripetute in serie contigue, più tardi sostituite da figure zoomorfe, passano attraverso una serie infinita di ‘metamorfosi’.

 

I viaggi e la sua formazione

Come ogni buon artista che si rispetti, compie un viaggio in Italia, cosa che gli dà modo di osservare i massimi capolavori del passato e di rimanere profondamente affascinato dall’inestimabile sequenza di capolavori che ha modo di ammirare. Qui ha l’ispirazione per numerosi schizzi paesaggistici. Nello stesso anno, viene pubblicato un libretto di poesie di autori vari dal titolo ‘Fiori di Pasqua’ che reca all’interno sue xilografie. Pochissimo portato per gli studi, è costretto a iscriversi alla facoltà di architettura per compiacere il padre, restio all’idea di non avere un figlio laureato, lui ingegnere affermato. Si reca anche in Spagna, rimanendo colpito dall’Alhambra, che trova particolarmente interessante per la sua ‘ricchezza ornamentale’ e per ‘la prodigiosa complessità, nonché per la concezione matematica’, riferendosi in particolare alla decorazione dei mosaici moreschi. In queste affermazioni si avvertono ‘in nuce’, alcune caratteristiche che poi faranno da base e da sfondo teorico a molte sue produzioni, in considerazione anche del fatto che è proprio in Spagna che scopre la tecnica dei ‘disegni periodici’, caratterizzati da una divisione regolare della superficie, una costante di certe sue illustrazioni che lo renderanno celebre ed inconfondibile, nonché simbolo di un’arte contaminata dal pensiero scientifico.

 

L’amore per l’Italia e le prime mostre

Nel 1923 torna di nuovo in Italia dove incontra la sua futura moglie, la svizzera Jetta Umiker. Evidentemente, l’Italia ha su di lui un effetto calmante e rilassante ma gli porta anche fortuna poiché non solo in questo periodo la sua produzione è ispirata alla natura ma ottiene anche un notevole successo con la sua prima mostra, allestita in una città italiana, Siena. Successivamente, le sue opere vengono conosciute anche all’estero, con mostre via via sempre più numerose (fino a quella organizzata nel suo Pese natale, l’Olanda). Decide quindi di stabilirsi definitivamente in Italia, comprando casa a Roma (e anche qui ha la fortuna di vedere una mostra a lui dedicata e successo di pubblico conseguente).

 

I capolavori

Comincia ad eseguire le incisioni su pezzi di legno, servendosi di blocchi dalla superficie più dura, che gli permettono di tracciare delle linee sempre più sottili. Negli anni successivi viaggia sempre più frequentemente recandosi, per esempio, in Tunisia o visitando gli Abruzzi a piedi. Nel 1929 esegue la prima litografia ‘Veduta di Goriano Sicoli, Abruzzi‘. Nel 1934 tutte le sue opere vennero accolte favorevolmente alla Exhibition of Contemporary Prints, Century of Progress, a Chicago. Intanto, in Italia, si afferma il regime fascista e il paese comincia ad essere percorse da squadracce di picchiatori, camicie nere e affini. A causa dell’irrespirabile clima politico, si trasferisce dunque in Svizzera. Nel 1938, il 6 marzo, nasce il figlio Jan. Escher si concentra sulle immagini interiori tralasciando la rappresentazione della natura. In seguito, definì questo anno come quello in cui maturò la svolta della sua vita: ‘ In Svizzera e in Belgio ho trovato molto meno interessanti sia i paesaggi che l’architettura rispetto a ciò che avevo visto nel Sud Italia. Mi sono così sentito spinto ad allontanarmi sempre di più dall’illustrazione più o meno diretta e realistica della realtà circostante. Non vi è dubbio che queste particolari circostanze sono state responsabili di aver portato alla luce le mie ‘visioni interiori’.

 

Lo stile e il pensiero

Le sue opere grafiche sono celebri per l’uso fantasmagorico degli effetti ottici. Il campionario sviluppato da Escher contempla le sorprese più spettacolari che vanno da illusionistici paesaggi, prospettive invertite, costruzioni geometriche minuziosamente disegnate e altro ancora, frutto della sua inesauribile vena fantastica, che incantano e sconcertano Nelle opere di Escher, insomma, l’ambiguità visiva diventa ambiguità di significato, con la conseguenza che i concetti di positivo e negativo, corretto e scorretto sono intercambiabili. Traspaiono dall’opera e dalle invenzioni di questo artista i suoi molteplici interessi e le variegate fonti di ispirazione, che vanno dalla psicologia alla matematica, dalla poesia alla fantascienza. ‘La metamorfosi‘, realizzata nel 1940 rappresenta una sorta di riassunto delle sue opere.

 

Le onirificenze

Nel 1941 si trasferisce in Olanda, a Baarn. Dal 1948 Escher inizia invece una serie di conferenze sulla sua opera, solitamente in concomitanza di mostre personali. Nel 1954 stabilisce un primo contatto con il mondo scientifico grazie alla sua esposizione al Museo Stedelijk di Amsterdam, che coincide con il Congresso internazionale dei matematici.. Nel 1955 il 30 aprile riceve una onorificenza reale. Dopo tre anni viene pubblicato ‘Divisione regolare delle superfici’,inoltre, sempre nel 1958, realizza la sua prima litografia dedicata alle sue celeberrime costruzioni impossibili : ‘Belvedere‘. Dopo una permanenza lunga in ospedale, nel 1964 viaggiò in Canada, dove viene operato di urgenza. L’anno dopo ricevette il premio della Cultura della città di Hilversum. Venne pubblicato ‘Simmetry of aspects of M.C. Escher’s Periodic Drawing’.

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