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Il valore educativo della poesia

La pedagogista e docente Antonia Ragone spiega in che modo l’educazione alla poesia può costituire una sorta di antidoto contro il male di vivere odierno

MILANO – La poesia è uno strumento utile alla pedagogia per perseguire il proprio ideale educativo, perché Educazione e Poesia sono legate da aspetti in comune come la  narrazione, la parola e la metafora.

“Il valore pedagogico più rilevante della poesia risiede nella disponibilità dell’esperienza del poeta” (Giancane 1985), in  essa è insito un potere umanizzante, un modo creativo di usare la propria fantasia, essere disponibili verso le emozioni, i sentimenti, gli ideali.

Oggi, siamo immersi in una realtà quotidiana in cui le parole perdono di colore, di significato, e risulta indispensabile  riuscire a riappropriarsene. La poesia non è solo per un elite di pochi privilegiati, ma   appartiene a tutti e non solo ai poeti, è un modo per ogni uomo di leggere la propria realtà.

All’interno della nostra società complessa e sempre più conflittuale, violenta, l’educazione alla poesia può costituire una sorta di antidoto contro il male di vivere odierno (omologazione, omofobia, bullismo, brutalità, perdita dei valori ed ideali, freneticità, inautenticità, paure dell’essere altro da sé).

L’esperienza sociale umana a causa di un uso spesso a-critico e poco consapevole dei mezzi di comunicazione, in particolare dei social network, è fondata sulla velocità, su relazioni a distanza tramite uno schermo e una tastiera, secondo la cultura del tutto e subito,  favorendo la formazione di schemi cognitivi e linguistici stereotipati e standardizzati.

La poesia ha funzioni:

DISVELATIVA: è un’occasione per leggerci dentro, per non avere paura del nostro inconscio, per armonizzare il cuore con la ragione, consente la riflessione sul senso della vita, lo sviluppo del pensiero narrativo, (J. Bruner),  autoriflessivo, istinto formale e sensuale (F. Schiller); la poesia è la realtà di ogni giorno: osservazione, memoria, sogno, emozione, libertà.

PERLOCUTORIA: perché, come sostiene J.L. Austin il linguaggio influenza percezioni, pensieri, comportamenti e quindi può farsi veicolo di trasformazione e cambiamento.

Il valore educativo della poesia consente un processo di analisi e di costruzione dell’identità personale  sulla base di quelle cognizioni che la persona elabora su sé stessa, sugli altri e sul rapporto con il proprio contesto di vita. Secondo Dewey, la poesia  è strettamente legata al proprio vissuto quotidiano, dal quale non si  può prescindere per l’affermarsi di sé stesso e una delle  sfide della pedagogia è appunto la  ricerca della persona come valore del proprio essere in educazione perenne in ottica life-long-learning. La poesia, infatti,  è parlare con le immagini per immedesimarsi e vedere quelle cose che guardiamo tutti i giorni nella frenetica quotidianità,  ma che non abbiamo mai realmente osservato con meraviglia, con stupore oltre le apparenze, oltre i pregiudizi. Inoltre,  la metafora elemento costitutivo delle poesie  costituisce uno strumento di conoscenza di tipo intuitivo, “un’invenzione che scopre la realtà” ( Bisutti), permette cioè di comunicare l’ignoto sulla base di ciò che è già noto.

Sin da bambini si  hanno esperienze d’incontro con la poesia in molteplici modalità: racchiusa nei libri, raccontate dai genitori, dai nonni, dalla maestra a scuola, ascoltata in televisione, sui social. Però, l’educazione alla poesia acquista una propria dignità pedagogica quando non è solamente finalizzata all’affinamento di una generica sensibilità estetica o all’espletare un compito scolastico, ma quando svolge un ruolo importante nello stimolare con domande, riflessioni, reazioni emotive, intellettive ed esigenze di cambiamento aprendo a prospettive di crescita della propria identità. Il compito dell’educatore sia che si tratti di operare con i bambini, ragazzi, adulti o anziani sarà quello di  accompagnare nell’accettare o meno gli aspetti  messi alla luce mediante una sorta di feedback empatico attingendo all’autocoscienza e al farsi soggettività critica, rielaborando il vissuto quotidiano e l’orizzonte valoriale di riferimento.

L’educazione alla poesia rientra nella dimensione estetica ovvero al  “gusto, quale attitudine a sentire, godere, contemplare il bello, cioè l’arte” ed appartiene a tutta l’umanità perché porta alla luce sentimenti, vissuti, esperienze utili nel processo di maturazione identitaria e di personalizzazione, ci guida alla scoperta della nostra autenticità e del nostro essere al mondo.

Diventa oggi indispensabile non vivere la quotidianità con superficialità, ma soffermarsi sulle cose belle, a partire dalla bellezza delle parole e testimoniare l’amore per il bello non solo con la poesia, ma in ogni tipo di comunicazione umana, contro la ripetitività e la piattezza espressiva che dilaga in rete,  adottando una comunicazione espressiva e creativa. Una delle poesie emblema proprio di questo è la meravigliosa “ Itaca” di Kavafis.

Itaca è stata scritta nel 1911 dal  poeta e giornalista greco Konstantinos Petrou Kavafis ( 29 aprile 1863- 29 aprile 1933) vissuto a cavallo fra due secoli.  Essa simboleggia l’origine, la ragione e al tempo stesso la meta del lungo viaggio, simile a quello del leggendario Ulisse nell’Odissea, che ogni uomo fa, attraverso la vita. Itaca mette al centro l’uomo protagonista del suo viaggio e del senso del suo il essere al mondo, una riflessione che riportata alla nostra epoca che ci catapulta nella smania eccessiva dell’uomo di avere fretta di giungere a destinazione( alla propria Itaca) , non rendendosi conto che  bisogna approfittare del viaggio (e quindi della vita) per esplorare il mondo, crescere intellettualmente e ampliare il proprio patrimonio di conoscenze,di  esperienze. Bisogna sperare che il viaggio (che simboleggia la vita) sia lungo per poter conoscere sempre più cose, ammirare tante bellezze, meravigliarsi ogni giorno, affrontare le proprie paure (Lestrigoni/Ciclopi/Poseidone) che si incontrano sul cammino mettendo alla prova sé stessi.

Questo percorso di avvenimenti ed esperienze non deve essere affrettato (I mattini d’estate che… prima – I giorni in cui impari cose nuove. I porti infatti raffigurano settori sconosciuti, ancora da studiare) ne interrotto.

La poesia Itaca funge da strumento pedagogico perché l’uomo quale essere-in educazione perenne ( life long learning) deve cercare sé stesso più che pensare solo alla meta/traguardo da raggiungere,  deve apprendere il più possibile durante il viaggio, vivere esperienze, tenendo sempre presente che non  è importante la meta, il viaggio ( il percorso della vita)  è più importante: la tenacia, la caparbietà, lo spirito di sacrificio e vivere con gioia e pienezza ogni momento del presente, cercando di scoprire sempre qualcosa in più: la ricchezza della vita si svela solo quando la si è già goduta, ed è per questo che non bisogna avere timore nel vivere l’oggi. Verrà il giorno in cui potremo sederci e volgere indietro lo sguardo, con calma  e in cui potremo realizzare quanto prezioso e ricco  sia stato quel viaggio allora intrapreso che è la grande avventura della vita.

Itaca / Constantino Kavafis

Quando ti metterai in viaggio per Itaca

devi augurarti che la strada sia lunga,

fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopi

o la furia di Nettuno non temere,

non sarà questo il genere di incontri

se il pensiero resta alto e un sentimento

fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.

In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,

né nell’irato Nettuno incapperai

se non li porti dentro

se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.

Che i mattini d’estate siano tanti

quando nei porti – finalmente e con che gioia –

toccherai terra tu per la prima volta:

negli empori fenici indugia e acquista

madreperle coralli ebano e ambre

tutta merce fina, anche profumi

penetranti d’ogni sorta;

più profumi inebrianti che puoi,

va in molte città egizie

impara una quantità di cose dai dotti

Sempre devi avere in mente Itaca –

raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio;

fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio

metta piede sull’isola, tu, ricco

dei tesori accumulati per strada

senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,

senza di lei mai ti saresti messo

in viaggio: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso

già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Dott. ssa Ragone Antonia

Pedagogista e Docente

Riferimenti:

Dewey J, Democrazia ed Educazione, 1916, Anicia

Giancane D., Il bosco delle parole: per una didattica della poesia, Schena Editore, 1985, Brindisi

Kavafis C., Poesie, Mondadori, 1999

Balzarett, Laboratorio di poesia, Erikson

Bisutti, La poesia salva la vita, Mondadori

http: assolab.it Poesia come strumento didattico-pedagogico di Sibio A., 2013

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