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Stasera ci sarà la Prima della Scala

Come da tradizione, a Sant'Ambrogio, la Scala di Milano apre la stagione teatrale: quest'anno la prima sarà dedicata all'Attila di Verdi

MILANO –  Come da tradizione, il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, per la città di Milano c’è un solo evento culturale che conta: la Prima della Scala. Lo spettacolo che inaugura la stagione 2018/2019 della Scala di Milano è l’Attila di Giuseppe Verdi, un dramma lirico costituito da un prologo e tre atti. Preceduto dal fitto programma della Prima Diffusa 2018, l’appuntamento con la prima della Scala è dunque per le ore 18.00 di venerdì 7 dicembre, con biglietti i cui prezzioscillano tra i 2500 euro della platea e i più abbordabili 50 della galleria. Per chi non potrà esserci, la prima sarà trasmessa in diretta da RaiUno.

 

L’opera

La scelta dell’opera, un po’ inconsueta, mostra la scelta del direttore Piemarini di voler riscoprire il panorama lirico italiano, una scelta pienamente coerente con le opere che hanno inaugurato le stagioni scorse: Giovanna d’Arco, Madama Butterfly e Andrea Chénier. La prima del 7 dicembre 2018 sarà diretta da Riccardo Chailly, e la regia è invece di Davide Livermore. In scena, Ildar Abdrazakov sarà il protagonista, Attila, mentre Saioa Hernández è Odabella, Fabio Sartori è Foresto e George Petean Ezio; Francesco Pittari e Gianluca Buratto rivestono i ruoli brevi ma non secondari di Uldino e Papa Leone. Il Coro del Teatro alla Scala e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala sono diretti dal maestro Bruno Casoni.

Trama dell’Attila

PROLOGO

Ad Aquileia attorno alla metà del V secolo Odabella, figlia del signore della città, ha perduto l’intera famiglia in seguito al saccheggio della città da parte di Attila, re degli Unni ed intende vendicarsi di lui uccidendolo.
Al cospetto del re è condotto uno stuolo di vergini aquileiesi prigioniere: le guida l’orgogliosa Odabella; il re ammirato dal suo coraggio le dona la sua spada con la quale la giovane medita di ucciderlo per vendicare il padre. Riceve poi il generale romano Ezio e reagisce sdegnato alla proposta di spartirsi con lui l’impero.
Ad Ezio non resta che rinnovare lo scontro in campo.
Nella laguna veneta si rifugiano i profughi di Aquileia fuggiti dalla città distrutta; il loro capo Foresto, fidanzato di Odabella, vuole fondare una nuova città.

ATTO I

In un bosco vicino alla tenda di Attila, Odabella, che ha nostalgia del padre ucciso e di Foresto, incontra l’amato al quale nega di tradirlo con Attila.
La giovane lo rassicura rivelandogli di trattarsi di finzione per uccidere il barbaro.
Intanto Attila, addormentato nella propria tenda, si desta di soprassalto e narra allo scudiero Uldino un sogno: giunto alle porte di Roma, è fermato da un vecchio canuto che gli impone di arretrare di fronte alla terra di Dio.
Scacciato l’attimo di debolezza, decide di muovere contro Roma.
Il sogno si preannuncia premonitore: quando le schiere si mettono in marcia, si ode un canto flebile di donne e fanciulli guidati da Leone, un vecchio imbelle che lo ferma con le stesse parole udite in sogno.

ATTO II

Nel campo romano Ezio apprende della tregua impostagli dall’imperatore fanciullo Valentiniano. Alcuni Unni recano un messaggio: Attila accantona le ostilità, gli propone nuovamente l’alleanza invitandolo a un banchetto.
Odabella ha saputo che Foresto vuole avvelenare il re, allora lo avverte, non per pietà, ma per essere lei ad ucciderlo; Foresto si svela colpevole, Attila lo perdona per intercessione della giovane, annuncia le sue nozze con lei e congeda Ezio assicurandogli che non invaderà Roma.

ATTO III

Nella foresta tra gli accampamenti nemici Foresto è scoraggiato per le nozze imminenti di Attila e Odabella e invoca l’intervento delle armi romane. Oltre Ezio, anche la giovane giunge fuggendo dal campo unno; Attila la insegue, ma quando la scopre insieme a Foresto e ad Ezio comprende il tradimento.
In quell’istante i soldati romani irrompono nell’accampamento barbaro e mentre Unni e Romani si battono, Odabella trafigge a morte Attila, vendicando l’uccisione del padre.

 

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