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OR.ME, il primo museo di Street Art dove i muri raccontano la storia

Un'iniziativa innovativa che premia la Street Art, il primo museo a cielo aperto, gratuito, dove passeggi e puoi affermare che "qui la storia la conoscono anche i muri!"

Milano, sempre all’avanguardia, raffigura la storia del ‘900 con murales realizzati dal collettivo Orticanoodles e, a vario titolo, con contributi di scolaresche, associazioni di categoria e abitanti del quartiere. A Milano, la street art è diventata un mezzo per abbellire un quartiere, per farlo rivivere e dargli nuovo vigore nonché una nuova vocazione turistica.
Abbiamo sentito il Presidente di OR. ME , Giovanni Lanzetti che ci ha spiegato il suo museo.

Murale del partigiano

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Cos’è OR.ME?

OR.ME è il primo quartiere museo dove la storia è raccontata sui muri. Un intero quartiere diventato museo a cielo aperto: qui i muri dei palazzi e i cavalcavia sono le tele su cui gli street artist raffigurano la storia del secolo scorso.
OR.ME non è solo un insieme di murales – il progetto ne prevede 20, ognuno raffigurante un pezzo importante della storia del ‘900 –  ma è un vero e proprio museo. Il museo, infatti, ha una direzione artistica unica, affidata a Orticanoodles, e un unico filo conduttore: raccontare la storia del Novecento così come vissuta dal quartiere, raccontando al contempo la storia di Milano e dell’Italia. Attualmente il progetto è a metà strada, ma contiamo di portarlo a completamento nell’arco di una anno e mezzo.

Com’è nato il Progetto?

L’idea del museo è nata per caso, in occasione del 70° anniversario della liberazione, quando Orticanoodles ha realizzato, in collaborazione con una scolaresca, un murale intitolato “Le parole della libertà” ispirato ad un discorso del nostro amato Presidente Pertini. Successivamente è nata l’idea di abbellire il quartiere dedicando un altro murale agli artisti che hanno ruotato intorno al quartiere, la Vanoni, Jannacci e poi, da  qui, l’idea di creare il museo a cielo aperto e di proporlo al Sindaco. Il comune di Milano ha accolto il progetto e ha dato il suo patrocinio.

Come nasce l’idea di ogni nuovo murale?

I murales sono sempre legati a temi d’attualità creando un collegamento tra storia e giorni nostri. Quando si ha un’idea per un nuovo murale, si propone all’associazione locale legata a quel tema e l’idea si sviluppa, prende vita, si trasforma. E’ arte partecipata. Questa della definizione è la fase più complessa e lunga anche per il reperimento dei fondi, spesso le associazioni interessate di volta in volta se possono ci aiutano, altrimenti sono i cittadini che danno il loro contributo attraverso cene/raccolte di beneficenza che coinvolgono tutto il quartiere. 
Dopo il primo murale, ne sono stati realizzati altri 11 come per esempio “Conoscere la guerra per amare la pace” in cui le due grandi guerre sono viste con gli occhi degli alpini, o il murale sulla legalità, realizzato insieme alla commissione antimafia del Comune di Milano, o quello sulle donne che hanno fatto grande il novecento.

Chi è l’artista e qual è la tecnica adoperata?

L’artista è il collettivo Orticanoodles facente capo a Walter Coltipelli uno street artist di fama internazionale che vive nel quartiere. Con il collettivo collaborano però di volta in volta varie scuole superiori e cittadini del quartiere. Sono inoltre allo studio ipotesi di gemellaggi con artisti di altre grandi città.
La tecnica utilizzata è il metodo tradizionale dello spolvero, tecnica già utilizzata da artisti come Michelangelo. I ragazzi, quindi, mettono in essere una tecnica pittorica storica, creando un nuovo collegamento tra passato e presente.

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Quale sarà il prossimo murale?

Il prossimo murale sarà dedicato a tutti i tipi di perseguitati politici, religiosi del Novecento. Riguarderà dodici milanesi, non molto conosciuti. Non posso anticipare i nomi perché poi ci sarà un’inaugurazione alla presenza del Ministro ad aprile.
La scuola che parteciperà alla realizzazione del murale sta anche preparando uno spettacolo teatrale per diffondere il messaggio che i perseguitati hanno lasciato alle generazioni future.

Cosa accadrà al Museo quando tutte le venti opere saranno realizzate?

Il museo continuerà a vivere, sempre più oggetto di visite turistiche. Già oggi teniamo corsi di aggiornamento alle guide turistiche che illustrano le nostre opere ai turisti.
Ma inaugureremo un nuovo progetto nel quartiere: un murale di una via riprodurrà le statue sulle guglie del Duomo. Chi passeggerà per questa via avrà l’impressione di passeggiare tra le guglie e le statue del Duomo. La prima realizzazione sarà la Madonnina e costituirà la più grande statua dipinta.

Ci sono altre iniziative simili a OR.ME?

Sicuramente ci sono molti murales in tante altre città, ma nessuna ha un museo dove la storia è raccontata sui muri.
Qualche tempo fa è venuto a visitare il nostro museo un docente dell’Università di Anversa per capire come poter realizzare qualcosa di analogo.

 

 

 

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