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Lo spreco del patrimonio artistico italiano raccontato ai ragazzi da Gian Antonio Stella

Stiamo assistendo al suicidio dell’Italia”. Non usa mezzi termini il giornalista e scrittore Gian Antonio Stella nel corso dell’incontro con studenti, professori e genitori del Liceo Classico Beccaria di Milano per definire lo scempio che sta vedendo tristemente protagonista il nostro patrimonio artistico...

MILANO – “Stiamo assistendo al suicidio dell’Italia”. Non usa mezzi termini il giornalista e scrittore Gian Antonio Stella nel corso dell’incontro con studenti, professori e genitori del Liceo Classico Beccaria di Milano per definire lo scempio che sta vedendo tristemente protagonista il nostro patrimonio artistico. Bellezze naturali, storiche ed architettoniche a cui, probabilmente, le nuove generazioni, ovvero la classe dirigente di domani, dovranno guardare con occhi diversi rispetto agli attuali governatori e responsabili delle istituzioni italiane. L’incontro tra una delle firme più illustri del Corriere della Sera e gli studenti fa parte della terza edizione di “Adotta un cervello,” il progetto di finanziamento per lo sviluppo multimediale del “Beccaria”, il più antico liceo classico di Milano, ideato e sviluppato da Piero Almiento,  Presidente del Comitato Genitori.

 
PAESAGGIO VOLTO DELLA PATRIA – Stella inizia il suo intervento citando Benedetto Croce: “Il paesaggio è la rappresentazione materiale vivibile della Patria, coi suoi caratteri fisici particolari, pervenuti a noi attraverso la successione dei secoli”. “Se è vero che il paesaggio è il volto della patria – afferma sarcastico Stella – certo noi non siamo messi tanto bene”. Da qui, il giornalista propone alcuni esempi eclatanti di cattiva gestione del patrimonio artistico italiano, uno fra tutti Palazzo Teti Maffuccini di Santa Maria Capua Vetere, in Campania, per cui “vengono i brividi al solo pensiero perché quella è la sede dove fisicamente è nata l’Italia, poiché li è stata firmata la resa delle Due Sicilie”. Colpa della diminuzione dei fondi e degli investimenti dedicati al patrimonio artistico? “Nel 1955 in Italia – afferma Stella – lo 0,80% del Pil andava in cultura, oggi il 0,19%”. Dopo aver elencato altri esempi di spreco e degrado del nostro patrimonio artistico, che non risparmia nessuna regione d’Italia, Stella arriva ad una conclusione, tanto forte quanto vera: “Stiamo assistendo al suicidio dell’Italia”.

 
BUONI ESEMPI – Per fortuna, è possibile sovvertire questa triste sorte. Stella quindi cita alcuni esempi virtuosi di patrimonio artistico italiano recuperato. Tra gli esempi positivi, Gian Antonio Stella cita Venaria Reale, residenza sabauda in Piemonte. Dopo otto anni di restauro, è diventata meravigliosa. “Ciò– afferma il giornalista – dimostra che quando le cose sono fatte bene e le risorse sono usate nella maniera giusta, è possibile ridare splendore alle nostre bellezze artistiche” 

 
LO SPRECO DEL PATRIMONIO ARTISTICO – Secondo Stella a risentire maggiormente di questo degrado è il settore del turismo. Il giornalista fa notare come il nostro Paese, che un tempo era al primo posto al mondo per numero di visitatori, sia sceso al 28esimo posto negli ultimi anni. “Siamo destinati ad essere declassati ulteriormente se continuiamo così”. Ciò senza per forza attendere un intervento dall’alto perché, come ricorda lo stesso Stella, “Il patrimonio artistico italiano non è dello Stato, ma è patrimonio dei cittadini, è nostro!’. Un altro spreco è il non saper sfruttare il numero considerevole  di bellezze artistiche riconosciute dall’Unesco. “L’Italia è il primo paese al mondo con 50 siti Unesco – afferma Stella –  solo il Mezzogiorno ne ha 17, quanti tutta la Gran Bretagna. Eppure, il Mezzogiorno ricava dal turismo culturale 5 miliardi di dollari, la Gran Bretagna 41 miliardi di dollari. Come mai?”. Il giornalista, inoltre, fa notare come il nostro Paese, che un tempo era al primo posto al mondo per numero di visitatori, sia sceso al 28esimo posto negli ultimi anni. Semplicemente assurdo, “colpa di tutti i governi che si sono avvicendati in questi anni, di qualsiasi appartenenza”.

 
CONSIGLI PER LA SCRITTURA – Non poteva mancare qualche consiglio, anche interessato in vista degli esami di maturità, in merito alla scrittura, in particolare giornalistica. Come si realizza un buon incipit? “L’incipit – avverte Stella – è fondamentale per catturare l’attenzione di un lettore e non fargli voltare pagina’. Il segreto per scrivere bene? “Saper ascoltare e non scrivere stupidaggini. L’obiettività è difficile, è come la santità, ma un buon giornalista deve cercare sempre d’avvicinarsi’. Cosa ne pensa del fenomeno dell’immigrazione, spesso dallo stesso Stella affrontato sulle pagine del Corriere? “Anche gli italiani sono stati un popolo d’immigrati. Nei miei articoli non ho mai aperto all’immigrazione, ma nessuno osi dire quando c’è un naufragio buon appetito ai pesci!’. Come non essere d’accordo con una delle “penne” più illustri della stampa e dell’editoria italiana…
 
13 maggio 2015

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