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Io Scrittore, tutte le novità della settima edizione del torneo letterario

Anima editoriale del torneo, giunto alla sua settima edizione, è Oliviero Ponte Di Pino. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare le novità ed i numeri dell'iniziativa

MILANO – Una formula di scouting editoriale innovativa, democratica e attenta alla qualità delle storie. tutto questo è Io Scrittore, il torneo letterario organizzato dal Gruppo GeMS giunto alla sua settima edizione. Anima editoriale del torneo è Oliviero Ponte Di Pino. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare le novità di quest’ultima edizione, alla quale è possibile partecipare entro l’8 febbraio.

Come nasce il torneo Io Scrittore?

Da un’idea di Stefano Mauri –  AD e Presidente di GeMS, il più grande gruppo editoriale indipendente italiano  –  che ha ideato questo format innovativo. E’ stata un’intuizione fortunata, visto che oggi siamo alla settima edizione, con diverse decine di autori pubblicati, sia in cartaceo sia in ebook, e oltre 110.000 pareri di lettura su più di 12.000 romanzi, in una grande conversazione collettiva. La principale novità di questo torneo letterario, infatti, è che a giudicare ogni romanzo sono gli altri concorrenti in gara, che partecipano quindi nella doppia veste di scrittori e di lettori. Va tenuto presente che, per garantire la correttezza del torneo, si partecipa con uno pseudonimo. Il concorso coinvolge le case editrici del Gruppo GeMS, i cui editor monitorano il torneo per tutta la sua durata, intervenendo poi alla fine per scegliere il oppure i romanzi da pubblicare in cartaceo.

Quali sono i numeri del torneo e i principali autori lanciati grazie a Io Scrittore?

Tra gli autori che hanno iniziato una brillante carriera letteraria grazie al Torneo ci sono stati, per esempio, Valentina D’Urbano, Giuseppe Marotta, Susanna Raule, Ignazio Tarantino, Carla Vistarini, pubblicati con successo da editori come Longanesi, Corbaccio, Salani, Bollati Boringhieri… Hanno superato due fasi di selezione.   Nel complesso, gli scritti pubblicati grazie a IoScrittore hanno fruttato, a oggi, circa 200 mila euro di royalties ai loro autori. Alcuni hanno vinto premi letterari prestigiosi o sono pubblicati all’estero.

Come si differenzia rispetto alle numerose piattaforme di self publishing e concorsi che rappresentano anch’esse una vetrina per scrittori emergenti?

Sulle piattaforme di self publishing chiunque può pubblicare il proprio libro. IoScrittore pubblica in ogni edizione dieci titoli su diverse migliaia di proposte, e dopo un editing professionale. Quindi c’è una selezione durissima, e questa è una prima differenza. La seconda è che la partecipazione è gratuita. A proposito, avete tempo fino al 7 febbraio per iscrivervi, inviando le prime pagine del vostro romanzo!

In che senso “Io Scrittore” rappresenta una formula di scouting editoriale democratica?

Oltre alla gratuità e all’anonimato dei partecipanti, che garantisce un giudizio il più oggettivo possibile delle loro opere, c’è un altro elemento significativo: la giuria non è composta da esperti, come critici letterari o editor. I giurati sono gli stessi concorrenti, persone che scrivono e dunque amano la scrittura e la lettura. Mettono nei giudizi tutta la loro passione e le loro curiosità, ma anche la loro esperienza di autori. In questi anni abbiamo notato che chi partecipa a più edizioni di IoScrittore con la stessa opera rivista alla luce dei consigli ricevuti di solito scala la classifica. Inoltre, i giudizi che un autore riceve sono sempre numerosi e provenienti da lettori diversi: un vantaggio indiscutibile per chi vuole capire il livello di gradimento della propria opera.

L’Italia è un Paese in cui molti vogliono scrivere, e pochi leggono. Ti sei mai chiesto perché avviene ciò?

Il problema non è perché tanti scrivono, ma perché pochi leggano. Poi c’è un problema più ristretto, ma che ci interessa di più: perché pochi aspiranti autori scrivono e non leggono, o leggono troppo poco, senza sapere che per scrivere bene bisogna leggere bene e soprattutto leggere molto. Non solo per piacere, come farebbe un lettore qualsiasi, ma per crearsi uno stile, per imparare a risolvere i problemi della narrazione e rubare qualche trucco, per non rifare banalmente il già fatto, per trovare materiale per i propri romanzi… Tornando al piano generale, i motivi per cui si legge poco sono di carattere storico: fino agli anni Cinquanta gli italiani erano in maggioranza analfabeti e parlavano il dialetto e non l’italiano. Negli ultimi anni, si è imposto un modello in base al quale non la competenza e il merito contano troppo poco, e dunque la gestione della complessità che finora ha garantito solo il libro viene trascurata. Infine l’avvento del web, dominato dalle immagini, dove spesso il testo è ridotto a didascalia. In rete è esploso il narcisismo di massa: sentiamo tutti il bisogno di raccontarci, di farci vedere. Ma gli esseri umani hanno sempre avuto e avranno sempre un gran bisogno di storie: le storie ci divertono e ci appassionano, ci aiutano a capire chi siamo noi e chi sono gli altri,  offrono bussole nella complessità crescente del mondo.  Il “selfie letterario”, ovvero il racconto autobiografico, dove sbrodoliamo il nostro io, con le sue sofferenze, i suoi piaceri e le sue verità, non risponde a questa esigenza di crescita individuale e collettiva. Per me, c’è una sola storia davvero importante, la più importante di tutte: la mia storia, il mio destino. Ma perché deve interessare agli altri? Il narcisismo letterario (e non solo) è destinato a generare frustrazioni. IoScrittore insegna che un libro deve cercare e trovare i suoi lettori: lettori che si appassionino a quella storia, che la amino, che abbiano voglia di parlarne e di raccontarla agli altri.

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