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“Il mio cuore soffre”, il pensiero di Victoria, figlia di John Fante e amante dell’Abruzzo

Il paradiso si è trasformato in inferno. Gli agenti di questo sconvolgimento sono il terremoto e l'inverno. Ecco il pensiero di Victoria, figlia di John Fante

MILANO – Il paradiso si è trasformato in inferno. Gli autori di questo sconvolgimento sono il terremoto e l’inverno. Ed è proprio da un loro terribile patto che è nata la slavina di immense proporzioni che ha spazzato via l’Hotel “Rigopiano” a Farindola, sul Gran Sasso. Quattro sono i morti, ventisei ancora i dispersi. “Da ieri sera stiamo lavorando in condizioni difficili nella ricerca di superstiti”, ha raccontato Matteo Gasparini, il responsabile del Soccorso alpino della Valdossola. “I cani spesso fiutano odori ma dobbiamo scavare per oltre 4, 5 metri prima di arrivare al terreno”.

IL PENSIERO DI VICTORIA FANTE COHEN – Ha voluto esprimere la propria vicinanza e il proprio affetto verso queste persone Victoria Fante Cohen, la figlia dello scrittore italo-americano John Fante, autore di capolavori quali “Chiedi alla polvere” e “La confraternita dell’uva“, e sorella del compianto poeta Dan Fante. Nick, il padre di John e nonno di Victoria, era nato a Torricella Peligna, in provincia di Chieti, un paese abituato a inverni molto duri. Victoria ama molto l’Italia e l’Abruzzo in particolare, tanto che ogni anno viene per partecipare al festival dedicato a suo padre, “Il dio di mio padre: John Fante Festival“. In Abruzzo, dice sempre, “mi sento a casa”. “Il mio cuore soffre per queste persone che il terremoto ha colpito tanto duramente e che l’estremo freddo dell’inverno ha tenuto e tiene ancora sotto scacco” ha detto a Libreriamo Victoria. “Spero che le persone afflitte da questi eventi siano assistite velocemente”.

I SOCCORSI – Già, che vengano assistite velocemente. Non è chiaro quanto siano stati efficienti i soccorsi e quanto una tragedia di tali proporzioni si potesse evitare. Ieri lo scrittore Alessio Romano ha detto a Libreriamo che “oggi abbiamo le tecnologie e la scienza per evitare che queste cose accadano”. Eppure ogni volta non siamo pronti in maniera adeguata, tanto che la Procura di Pescara ha aperto un’indagine per omicidio colposo. I carabinieri forestali, che si occupano delle indagini relative alla tragedia di Rigopiano, stanno già acquisendo varie testimonianze e documenti, come l’allerta valanghe emessa giorni fa dal Meteomont (il servizio nazionale prevenzione neve e valanghe), che indicava un alto livello di pericolo nella zona del Gran Sasso.

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