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Il fascino del caos, l’analisi del disordine secondo Federico Rampini

L'ultimo libro del giornalista è un saggio costruito attraverso conversazioni e interviste con politologi, economisti e matematici

PORDENONE – Non è un istant book L’età del caos, viaggio nel disordine mondiale, l’ultimo saggio di Federico Rampini, edito da Mondadori e presentato a Pordenonelegge. Un saggio costruito attraverso conversazioni e interviste con politologi, economisti e matematici. E uomini politici a cominciare da Henry Kissinger, che teorizza la necessità di un nuovo Congresso di Vienna: come nel 1815 ci fu il bisogno di riordinare l’Europa dopo le guerre napoleoniche, cosi oggi c’è bisogno di un nuovo assetto, dopo cinquecento anni di dominio dell ‘uomo bianco. “ Il pendolo della storia – dice Rampini – torna dove l’avevamo lasciato cinque secoli fa, quando il baricentro del mondo era Cindia, l’area più ricca e avanzata, oltre che più popolosa. Ma il pendolo della storia è lento. Siamo ancora in uno di quei periodi instabili e pericolosi in cui l’ordine antico sta franando e del nuovo non c’è traccia”. “Il caos è a più livelli – spiega Rampini – nell’economia: negli Stati Uniti si parla di grande stagnazione; nell’ambiente dove si parla addirittura della sesta estinzione, nella tecnologia”. Eppure proprio dal caos sembra emergere la possibilità di una nuova creatività.

LE SPIE LINGUISTICHE DEL CAOS POSITIVO – Innanzi tutto a livello linguistico: negli Stati Uniti e in particolare nella Silicon Valley il termine disruptive non ha più un significato negativo come un tempo, ma si intende qualcosa di nuovo con carattere dirompente cosi come in italiano virale, che pure nasce da virus, è diventato un segno di successo. E poi a livello matematico . “La direzione imboccata dagli scienziati è assai diversa dall’accezione negativa e catastrofista del disordine, dell’anarchia e dell’assenza di regole lineari – spiega Rampini che si è affidato al matematico Leonard Smith, docente alla London School of Economics – :il caos riflette dei fenomeni nella matematica e nelle scienze: dei sistemi dove delle piccole differenze nel modo in cui sono le cose oggi, possono avere conseguenze enormi su come le cose saranno in futuro”. Lo studio del caos si è allargato all’astronomia, alla meteorologia, alla biologia, e ovviamente all’economia.

DALLA TEORIA DEL CIGNO NERO ALLA FARFALLA DI BRADBURY – “L’evento estremo, il cosiddetto Cigno nero – spiega Rampini- andrebbe utilizzato come punto di partenza, non come un’eccezione; nonostante il progresso della nostra conoscenza, il futuro sarà sempre meno prevedibile e per vivere nel mondo d’oggi, sarà necessaria molta più immaginazione di quella di cui disponiamo: lo sanno bene i creatori delle start up californiane”. Rampini cita anche l’effetto farfalla, nato da un racconto che Bradbury propose nel 1952: l’idea è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. La riprova empirica è che ai ventenni l’idea del caos non dispiace: insomma tramontata l’idea di una pax americana, di uno spostamento dell’equilibrio geopolitico verso Cindia, “dobbiamo – conclude Rampini – necessariamente vedere l’entropia generale come una risorsa strategica e , disruptive, dirompente”.

 

Alessandra Pavan

21 settembre 2015

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