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Eleonora Lombardo, “Le donne disobbediscono ai propri sentimenti”

La scrittrice esordiente Eleonora Lombardo, autrice de "La disobbedienza sentimentale", esprime il suo punto di vista per quanto riguarda l'essere fedeli a se stessi

MILANO – Il primo ostacolo che la donna deve affrontare nella vita di tutti i giorni è quello di sanare il divario tra ciò che realmente è e ciò che vorrebbe essere, andando contro alla sua vera essenza. La sua libertà è vincolata anche da questa mancanza di rispetto per ciò che è, oltre che dalla subordinazione rispetto all’uomo. La donna infatti, più che l’uomo, deve lottare contro una serie di aspettative attese dalla società, che vanno dal proprio stile di vita, al proprio lavoro, ai propri desideri.  Eleonora Lombardo nel suo romanzo d’esordio La disobbedienza sentimentale, edito Cairo Editore, affronta il tema dell’essere coerenti con se stessi, della, come lei la chiama, obbedienza naturale. La storia, ambientata a Palermo, racconta di Lucia, una donna che si crea un mondo idealizzato completamente distante da quello reale, ma soprattutto distante da se stessa. Noi di Libreriamo abbiamo deciso di intervistare la scrittrice, per sapere il suo punto di vista per quanto riguarda l’essere fedeli a se stessi e la disobbedienza in generale.

Cosa significa il titolo del tuo romanzo La disobbedienza sentimentale?

La disobbedienza sentimentale è quell’attitudine che abbiamo a disobbedire al nostro modo di sentire naturale quando vogliamo proiettare un’immagine di noi che è diversa da quella che effettivamente coltiviamo e che ci appartiene, quando per esempio vogliamo mostrarci più forte di quello che siamo, più vincenti di quello che siamo, o ancora a raccontare desideri che non sono effettivamente i nostri, ma che li ingigantiamo magari per fare colpo.

Puoi parlarci dell’opposizione tra disobbedienza sentimentale e obbedienza naturale?

Obbedire naturalmente significa essere fedeli a quello che siamo. La disobbedienza sentimentale è un disobbedire a noi stessi, non è una scelta attiva, è passiva. È un tradimento che noi facciamo a noi stessi. È un modo di essere che ci porta lontano da cosa siamo veramente. È una donna che si ribella a se stessa, facendo finta di essere quella che non è, di amare l’uomo che le piace, di fare il lavoro che le piace, di vivere nella città che le piace.

Le donne sono ancora lontane dalla libertà sentimentale?

Io non so cosa sia la libertà sentimentale perché per me esiste la schiavitù sentimentale. Lucia è una donna che si è visibilmente innamorata di un uomo reale, ma che Lucia ha idealizzato nella sua testa e che man mano che si va avanti nella storia diventa una specie di rivincita, avere lui per lei vuol dire avere tutto. Ma ciò che lei insegue effettivamente non esiste, è solo nella sua testa, quasi un’ossessione, una malattia. Rispetto alle donne non riesco a generalizzare: per me le donne forse sono ancora impossibilitate ad essere veramente libere in tutti i campi, forse neanche in quello dei sentimenti, nella misura in cui devono rispettare e ossequiare dei costumi che vogliono l’uomo prendere decisioni in tutto, anche in campo sentimentale.

Cosa consiglieresti alle donne d’oggi per non cadere in un amore banale?

Io consiglierei alle donne un amore reale, anche banale ma reale, purché sia un amore senza finzioni, senza artifici, senza idealizzazioni, l’amore è forse per sua natura banale. È fatto di cose quotidiane, di piccole coccole quotidiane, di piccole attenzioni di ogni giorno. I grandi amori della letteratura sono passioni, i grandi amori della vita sono passioni. L’amore è una cosa forse più banale, dipende da cosa ogni donna desidera. Ci sono le passioni tormentate che per loro natura sconvolgono e poi vanno via, e c’è l’amore, quello delle piccole cose quotidiane. Bisogna accettare con fierezza una cosa banale.

Cosa vuol dire per te disobbedire?

Per me disobbedire vuol dire prendere posizione, non fare quello che gli altri fanno, semplicemente perché lo fanno gli altri. Significa essere coraggiosi. Io per esempio sono molto orgogliosa di vivere in una città come Palermo che è disobbediente rispetto al resto di Italia sulla questione dei migranti. Per me questo è un valore importantissimo, perché obbedire non vuole mai dire subire o andare contro ai propri valori. La disobbedienza per me è la disobbedienza civile, la disobbedienza è scoperta, accettazione del rischio, assunzione di responsabilità. Quindi io attribuisco valori positivi alla disobbedienza. La disobbedienza sentimentale invece è qualcosa che incasina la vita.

Le donne oggi hanno imparato a disobbedire?

, abbiamo imparato a disobbedire, ma ne paghiamo ancora le conseguenze in una maniera significativa. Abbiamo sicuramente imparato a disobbedire ma ancora non la facciamo franca.

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