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Cos’è l’amore? La risposta di Alessandro D’Avenia

Nel libro “Ogni storia è una storia d’amore” l'autore ha analizzato le storie d’amore di grandi artisti con l’obiettivo di comprendere cos’è l’amore attraverso l’analisi del genio femminile

MILANO – Un’officina aperta 24 ore su 24 in cui si è capaci di accogliere e prendersi cura dell’altro, ed al tempo stesso di lasciarlo libero. E’ questo l’amore secondo l’insegnante e scrittore Alessandro D’Avenia, un sentimento analizzato all’interno del libro ” Ogni storia è una storia d’amore “, attraverso i racconti che vede protagoniste una serie di donne, accomunate dal fatto di essere state compagne di vita di grandi artisti. Partendo dai libri e dalla produzione di questi artisti, D’Avenia ha analizzato le loro storie d’amore che spesso hanno ispirato tali opere, con l’obiettivo di comprendere cos’è l’amore per l’uomo attraverso l’analisi del genio femminile, ed in particolare la sua capacità di generare vita.

 

Come nasce questo tuo nuovo libro, dedicato alle donne?

Nasce dal precedente: mentre scrivevo il libro su Leopardi, arrivato al capitolo “L’amore non corrisposto di Giacomo Leopardi per Fanny Targioni Tozzetti” che poi genera il componimento poetico “Il ciclo di Aspasia”, sono rimasto abbaiato dal fatto che ad un amore così grande e doloroso corrisponda una creazione artistica di tale potenza. In qualche maniera, una musa cattiva si trasforma in buona, in quanto l’esperienza amorosa mette l’uomo in contatto con il nucleo generativo più importante della sua esistenza. Allora ho voluto analizzare tale esperienza in altre storie d’amore di artisti che conosco e ho scritto di getto questi racconti d’amore. Quando li ho ripresi, mi sono stupito io stesso di esser riuscito a scrivere questi racconti in così poco tempo. Io stesso avevo bisogno di guardare dentro questo grande mistero dell’amore, e avevo bisogno che a condurmici fossero le donne che ho scelto come guide di questo viaggio. L’amore è un mistero, quindi non prevedo di poterlo definire con una formula, ma attraverso narrazioni. Quelle che vogliamo ricordare sono l’essenziale per la vita quotidiana.

 

Quale nuova sfaccettatura dell’amore, un antico sentimento già protagonista di una lunga tradizione letteraria, propone il tuo libro?

La cosa che mi interessava è cogliere quale fosse il genio femminile, perché sono convinto di un fatto: essendo la donna dotata della capacità nelle sue cellule di dare la vita, essa ha un’attenzione all’insieme delle cose diversa dall’uomo, più concentrato sul singolo aspetto della realtà. Volevo approfondire questo aspetto del genio femminile, perché convinto mi avrebbe portato a ridefinire cos’è l’amore per un uomo. Volevo quindi accedere al mistero amoroso attraverso il genio femminile. Per la donna, l’amore non è sicurezza come invece accade agli uomini, ma è mettersi in pericolo attraverso la sofferenza della procreazione, e l’amore salva nella misura in cui decide di mettersi in pericolo.

 

Nel libro analizzi le storie d’amore di celebri artisti. Ma cos’è per te l’amore?

Ho cercato in questo libro di ridefinire questo concetto nelle sue tappe, proprio perché così incrostato da luoghi comuni di sentimentalismo romantico o cinismo, per comprendere se invece esiste l’amore per sempre. E’ così nella misura in cui è ogni 24 ore, come ho imparato dai miei genitori. L’amore per me è proprio questo: un’officina aperta 24 ore su 24 in cui, proprio grazie all’insegnamento del genio femminile, imparo ad avere un “grembo” immaginario capace di “gestare” l’altro, ma allo stesso tempo di lasciarlo libero, anche dovendo andare contro me stesso. Al massimo dell’appartenenza deve corrispondere il massimo della libertà. Ciò lo sperimento tutti i giorni nelle mie relazioni, soprattutto a scuola, quando si tratta di fare l’appello ogni mattina e mi vengono affidate 25 vite ed io, se non mi metto nella prospettiva di servire quei 25 “inediti”, molto più importanti di qualsiasi altro io possa pubblicare, finirò col rendere quei 25 un oggetto di prestazioni che richiederò a loro.

 

Perché oggi l’amore scade spesso in possesso dell’altro, sopraffazione e, purtroppo, anche in violenza?

Abbiamo rinunciato da troppo tempo ad una educazione affettiva e sentimentale che invece deve essere centrale nell’educazione di ogni ragazzo: se siamo convinti che per qualunque cosa si debba studiare, non capisco perché su un tema fondamentale nella vita id un uomo come l’amore riteniamo che si possa improvvisare. Allo stesso tempo, voglio che sia ridato protagonismo a questa educazione sentimentale a chi può trasmetterla, ovvero i genitori con i propri figli. Non si può demandare ad altre agenzie educative questo se non in parte, perché è nella relazione amorosa tra marito e moglie che il bambino sin da piccolo impara il rispetto dell’altro sesso. Ho visto dai gesti di mio padre verso mia madre come si ama una donna. La violenza invece avviene perché si respira l’ambiente esterno invece di quello familiare, oppure perché lo stesso ambiente dove si è cresciuti mancano esempi positivi: ciò trasforma l’altro in un oggetto d’amore e non in un soggetto d’amore. In amore o ci si sacrifica per l’altro, oppure si finisce per sacrificare l’altro per se stessi.

 

In che modo cerchi di far appassionare alla lettura e trasmettere ai tuoi studenti l’amore per i libri?

Credo che l’unica maniera sia avere il sacro fuoco dentro per la conoscenza e trasmetterlo attraverso la testimonianza. Noi a scuola purtroppo abbiamo trasformato la lettura, una delle cose più belle ed appassionanti che ci sono nella vita di un uomo, in una specie di disciplina, di obbligo che porta  ad odiare la lettura stessa. Quello che provo a fare è ciò che ad esempio ho messo in atto con il libro di Leopardi, una sfida al di là di ogni aspettativa: pensavo fosse solo un libro che sarebbe piaciuto ai miei colleghi, invece mi sono ritrovato con i teatri pieni di ragazzi la sera che liberamente vengono ad ascoltare questa storia qui. Ciò significa che i ragazzi non si sono rincretiniti e non hanno perso la voglia di meravigliarsi e conoscere, semplicemente hanno bisogno di qualcuno che faccia uno sforzo narrativo e drammaturgico per raccontare la meraviglia che ha scoperto lui stesso. Se non avessi amato Leopardi, non sarebbe passato nulla di tutto questo. L’insegnamento è una branchia della drammaturgia, perché è il corpo stesso dell’insegnante che è animato dalle cose che ama e che racconta, ed i ragazzi questo lo vedono subito. Se il corpo diventa un libro stesso, proprio come in Fahrenheit 451, allora si che i libri hanno un futuro ed i ragazzi sono disposti a seguirti dove indichi.

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