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Come cambiare vita e ripartire da zero

Massimo Bisotti, autore del libro "Karma city", spiega in che modo è possibile ripartire dopo un fallimento e sottolinea l'importanza di rimanere connessi nel mondo reale

MILANO – Accettare il passato ed avere il coraggio di mostrare la parte più vulnerabile di noi. Sono questi i primi passi per cambiare vita e ricominciare da zero secondo Massimo Bisotti, scrittore che ha voluto dedicare a questo tema il suo ultimo libro “Karma city“. Nell’opera anno 8 personaggi tra i venticinque e i quarant’anni con una storia particolare vivono un nuovo inizio in un luogo capace di riportare l’anima in contatto con la sua parte più vera.

Cos’è Karma City?

Una città in cui le strade sono le emozioni delle persone e dove il karma è una valigia emotiva e anche se possiamo avere l’illusione di lasciarla nel luogo dal quale siamo partiti, in realtà viene con noi, ovunque andiamo.

Cosa porta i giovani d’oggi a voler cambiare vita?

La sensazione di essere inadeguati, il continuo confronto con gli altri, la paura di non essere abbastanza, di essere abbandonati, rifiutati, feriti, delusi, traditi. La maschera appiccicata sul reale non permette più autenticità e porta a falsare ogni rapporto. Si finisce per dipendere dall’immagine che si vuole trasmettere di sé, così la vita diventa solamente una vetrina, fuori appare perfetta ma ciò che c’è dietro è un insieme disordinato di pensieri infelici.

E’ davvero possibile cambiare tutto e ripartire da zero?

Si riparte da zero quando si accetta il passato. Altrimenti si finisce per riscriverlo e per riviverlo, per ritrovarlo in ogni nuovo rapporto e per far coincidere ogni nuovo inizio con lo stesso vecchio epilogo fallimentare.

Sai parlare direttamente ai lettori, soprattutto i più giovani: ci sono delle regole che consiglieresti di dare ai più giovani che vogliono ripartire da zero?

Si può ripartire gettando la maschera e accettandosi per ciò che si è. Per avere un amore soddisfacente è necessario liberarsi delle strategie. Si deve trovare il coraggio di mostrare anche la parte più vulnerabile, io lo chiamo il super potere di essere debole. Desideriamo essere amati per ciò che siamo ma poi abbiamo il timore di mostrarci per quel che siamo. E’ la sottile contraddizione della nostra epoca che non fa altro che aumentare l’infelicità. Se ci allontaniamo da noi stessi non possiamo essere sereni, andiamo incontro a una vera e propria dissociazione.

Sei un autore molto social: dal libro ai post facebook e instagram, come cambia il modo di comunicare con i tuoi lettori?

Comunico con i post esattamente come quando ho una presentazione con la differenza che uno sguardo, un sorriso, una dedica hanno qualcosa che ai social manca: il contatto diretto, la vera connessione. Perché la vera connessione inizia quando ci si guarda, ci si abbraccia, quando avviene uno scambio di anime. Essere connessi realmente è qualcosa di molto più prezioso.

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