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Buon compleanno – 3 febbraio. Tanti auguri a Paul Auster

L’autore di “Trilogia di New York”, considerato uno degli scrittori più importanti nel panorama americano e mondiale, compie oggi 71 anni

MILANO – Il 3 febbraio 1947 nasceva a Newark, nel New Jersey, lo scrittore e poeta – oltre che sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico – Paul Auster, considerato uno dei più grandi autori nel panorama letterario americano e mondiale. Insieme a Thomas Pynchon e Don DeLillo, suoi connazionali, appartiene alla corrente del Postmodernismo, termine con cui si indica l’epoca attuale caratterizzata dalla crisi dei valori della modernità, dal dominio della finanza a livello globale, dal flusso sempre più vasto di notizie dalle nuove reti tecnologiche.

L’infanzia e l’adolescenza

Lo scrittore cresce a Newark, in una famiglia benestante ma segnata da vari traumi e fratture. Il matrimonio tra i suoi genitori è travagliato, la madre, più giovane del marito di tredici anni, decide di rimanere con lui solo perché rimane incinta di Paul. Quando lui ha tre anni nasce una sorellina, che manifesterà problemi psicologici gravi e dovrà essere interdetta dai famigliari. Fin da piccolo si getta nella letteratura: casa sua è piena di libri, molti portati dall’Europa da uno zio girovago, e lui legge entusiasta qualsiasi cosa gli capiti sotto mano. A soli 12 anni inizia a scrivere poesie. Quando è all’ultimo anno di liceo i suoi genitori divorziano e lui e sua sorella vanno a vivere con la madre. A conclusione degli studi superiori va in Europa e per due mesi e mezzo viaggia a Parigi, in Italia, in Spagna e in Irlanda, dove si reca per motivi che c’entrano “unicamente con James Joyce”; come lui stesso dichiara.

Il primo romanzo

Al ritorno negli Stati Uniti Paul Auster inizia a frequentare la Columbia University e nel 1967 si iscrive a un programma che prevede un anno di studio all’estero nel terzo anno di college, anno che Auster trascorre a Parigi. Nel frattempo ha anche conosciuto Lydia Davis, la donna che diventerà la sua prima moglie. Quando nel 1968 fa ritorno alla Columbia scrive articoli, recensioni e poesie, spesso sotto pseudonimo. Dopo essersi laureato, nel 1970, diventa marinaio su una petroliera e in seguito intraprende diversi lavori per provvedere al sostentamento della famiglia – nel 1977 dal suo primo matrimonio nasce Daniel. Nel 1978 tuttavia divorzia. La rottura con la moglie e la morte del padre, avvenuta nello stesso anno, sono i motivi che lo inducono a scrivere il romanzo autobiografico “L’invenzione della solitudine”, pubblicato nel 1982.

La “Trilogia di Nwe York” e il successo

Dopo il 1978 Auster conosce l’amore della sua vita, la collega Siri Hustvedt, che sposa nel 1981 e dalla quale ha una figlia, Sophie. Inizia a dedicarsi stabilmente alla scrittura e nel 1987 pubblica l’opera che gli guadagna il successo, “Trilogia di New York”, una serie di tre romanzi polizieschi, “Città di vetro”, “Fantasmi” e “La stanza chiusa”. Non si tratta però di polizieschi tradizionali; Auster infatti usa questa formula letteraria per indagare problemi esistenziali, la questione dell’identità, della lingua, della letteratura, dando vita così al suo stile postmoderno. La ricerca dell’identità è uno dei temi che ritornano più ossessivamente anche nelle opere successive di Auster. Altri temi ricorrenti sono il caso e le coincidenze, la perdita del linguaggio, la perdita della capacità di comprendere, la perdita del denaro, l’assenza di una figura paterna, la rappresentazione della vita quotidiana, il fallimento e un senso di catastrofe imminente. Molti di questi sono ricavati da Edgar Allan Poe, Samuel Beckett e Herman Melville, di cui si sente molto l’influenza nella sua scrittura. Tra le altre sue opere ricordiamo “Moon Palace” (1989), “La musica del caso” (1990) e “Il libro delle illusioni” (2002).

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