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“Basta correggere gli errori grammaticali” La provocazione del linguista Oliver Kamm

"La lingua, complessa in ciascuna società, è molto più interessante della pignoleria." Ecco la stravagante teoria del linguista Oliver Kamm

MILANO – “La lingua, complessa in ciascuna società, è molto più interessante della pignoleria.” Con questo motto il linguista Oliver Kamm ha lanciato una provocazione: smettere di correggere chi utilizza una parola fuori dal suo significato tradizionale o coloro che articolano frasi e periodi in maniera all’apparenza errata. Secondo il linguista, autore del libro “Accidente Will Happen”, se il senso corretto arriva al proprio interlocutore, quella parola o quell’espressione deve essere ritenuta corretta.

 

LA TEORIA DEL LINGUISTA – Ad analizzare la sua originale teoria la giornalista Maddie Crum sul “The Huffington Post”. Secondo il linguista, chi usa una parola al di fuori del suo significato tradizionale, ha coniato un nuovo uso per quella parola, valido semplicemente in virtù del fatto d’averla utilizzata con un certo significato. La tesi di Kamm non implica che ogni parola possa avere qualsiasi significato: la sua teoria si basa su regole rigide, e opera sotto una importante regola linguistica: sono vietate le parole che vengono usate contro i costumi moderni.

 

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OLTRE I SIGNIFICATI TRADIZIONALI – Maddie Cum ha avuto modo di intervistare il linguista, che si definisce un “pignolo riformato/convertito”. “Ero legato ai significati tradizionali dei termini, poi ho capito che il linguaggio non è un delicato artefatto culturale, ma una parte integrante dell’essere umano. Sono arrivato a questa tesi leggendo ciò che gli studiosi del linguaggio – linguisti, esperti di grammatica e scienziati cognitivi – affermavano sull’argomento. Ogni lingua – la quale ha al suo interno un’immensa complessità grammaticale – è molto più interessante della pedanteria”.

 

IL LINGUAGGIO GIUSTO PER IL PUBBLICO GIUSTO – Il linguista Oliver Kamm sottolinea come ciascuna lingua sia sempre in continua evoluzione. “Ci sono alcuni studiosi che credono che la lingua tenda a una maggiore efficienza nel tempo, ma questo non è un punto di vista unanime. Le parole spostano le loro definizioni, nuove parole entrano nel linguaggio, e le convenzioni stilistiche e le regole grammaticali cambiano”. Da non confondere, secondo il linguista, la sua teoria con il fatto di compiere errori di grammatica o di significato. “Chi utilizza la lingua in maniera fluente, raramente commette errori. La comprensione delle regole della grammatica, soprattutto nei più giovani, è di straordinaria complessità e competenza. Ecco perché penso che i corsi di lingua debbano focalizzarsi soprattutto sul fornire alle persone gli strumenti per esprimere se stessi al pubblico giusto. I linguisti già “registrano” i diversi stili espressivi idonei ad un particolare pubblico, ma ciò non viene sottolineato abbastanza.

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