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Il significato dell’amore secondo Georges Simenon

La frase del giorno è tratta dal romanzo "Tre camere a Manhattan" di Georges Simenon, pubblicato per la prima volta in 14 puntate nel 1946

La citazione con cui vi proponiamo di iniziare la giornata è di Georges Simenon, celebre giallista nato il 13 febbraio 1903 e scomparso il 4 settembre 1989, in cui l’autore parla del senso dell’amore, un valore che vale la pena da riscoprire oggi.

Si stringevano di più l’uno all’altro, non come due amanti ma come due esseri che dopo aver vagato a lungo nella solitudine avessero finalmente ottenuto la grazia insperata di un contatto umano

Georges Simenon

Georges Simenon è uno dei più famosi scrittori belgi, di lingua francese. E’ tra i quindici scrittori più tradotti al mondo e ha al suo attivo ben oltre 400 opere, tra romanzi, racconti, memorie, raccolte di articoli e scritti vari e testi sotto pseudonimo.

I libri dedicati al suo commissario Maigret sono più di 100, ma tra le varie opere ha scritto anche romanzi d’appendice, romanzi popolari e romanzi psicologici.

Scrittore precoce, tanto che a sedici anni già lavorava per una testata giornalistica di Liegi, sua città natale, Simenon ha iniziato come autore di narrativa solo dopo il suo trasferimento a Parigi.

I racconti e i romanzi che per primi furono pubblicati a suo nome furono riguardavano le vicende del commissario francese Jules Maigret, scritti a partire dagli anni’30. 

Personalità inquieta, Georges Simenon si sposò due volte, ebbe diverse relazioni e soprattutto cambiò città e stati numerose volte, arrivando a collezionare circa trentatré residenze diverse.

Con uno stile semplice e al tempo stesso denso e pieno di tensione, il suo lavoro aspirava a svelare l’uomo al di là delle sue innumerevoli maschere.

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“Tre camere a Manhattan” di Georges Simenon

Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1951 dall’editore Mondadori, il romanzo di Georges Simenon “Tre camere a Manhattan” è basato su fatti realmente vissuti dall’autore, nel periodo in cui lasciò l’Europa per trasferirsi in Canada, dove assunse come segretaria Denyse Ouimet, che diverrà prima sua amante e poi sua moglie.

Nel romanzo i due protagonisti, un uomo e una donna di nome Francois e Kay, si incontrano in un bar di New York e iniziano a passeggiare insieme. Lui è un attore francese in cerca di fortuna e in fuga dalla moglie che lo tradisce con un uomo più giovane, lei è la ex moglie di un diplomatico: due figure sole e solitarie, che si aggirano nei meandri della vita senza troppe aspettative.

Ed è proprio la solitudine o l’ebbrezza di averla scacciata via per un po’ che fa ritrovare i due protagonisti descritti da Georges Simenon in una stanza di hotel a fare l’amore la prima sera, poi nella stanza di lui, in cui si sente la miseria e la rinuncia ad un passato celebre, e infine nella stanza di lei, condivisa con un’amica.

Le tre camere sono i luoghi del cambiamento di Francois e Kay, che vanno dall’innamoramento, al dubbio, alla gelosia per il passato, al ferirsi a vicenda prima di capire di essere un luogo di pace l’uno per l’altro.

Le tre camere rappresentano i passaggi per la costruzione di una coppia, tanto da far diventare il romanzo in poco tempo un vero e proprio manuale di coppia e sull’amore. 

 

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”Tre camere a Manhattan”, il romanzo romantico del grande Georges Simenon

Ci sono alcuni scrittori conosciuti soltanto per i loro personaggi più riusciti, come succede per Georges Simenon, autore della celebre saga sulle inchieste del commissario Maigret, recentemente raccolte in una collana dell’Adelphi che conta più di 70 volumi…

Due solitudini

La citazione di oggi è estrapolata da una frase ben più lunga tratta dal libro di Georges Simenon, che riportiamo di seguito:

Alla lunga, quella marcia silenziosa nella notte andava assumendo l’andatura solenne di una marcia nuziale, e se ne rendevano conto tutti e due, tanto che si stringevano di più l’uno all’altro, non come due amanti ma come due esseri che dopo aver vagato a lungo nella solitudine avessero finalmente ottenuto la grazia insperata di un contatto umano. Anzi, non erano neanche più un uomo e una donna. Erano solo due creature, due creature che avevano bisogno l’una dell’altra.

Questo bisogno svela da un lato il desiderio di stare insieme ma dall’altro suggerisce una sorta di nostalgia per la propria solitudine perduta.

Questa continua tensione tra il voler provare a essere presenti e la pulsione a sottrarsi all’altro e alla vita crea il senso di oppressione e di inquietudine che pervade tutto il romanzo.

L’angoscia aumenta pagina dopo pagina e alla fine sarà la scintilla che permetterà ai due protagonisti di venire fuori per ciò che sono.

Francois è un menzognero che scoprirà di poter essere in grado di agire in modo sincero e Kay, debole e evanescente, scoprirà di essere abbastanza forte da lasciarsi il suo passato alle spalle. 

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”Maigret e il signor Charles”, l’ultima avventura del celebre commissario uscito dalla penna di Georges Simenon

Pubblicato nel 1972, ”Maigret et Monsieur Charles” è l’ultimo romanzo che Georges Simenon scrisse col celebre commissario come protagonista. La storia, come non di rado troviamo nelle inchieste di quest’ultimo, parla di un’attesa, di una doppia vita e di un approfondimento psicologico…

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