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Cosa significa cambiare secondo Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Una frase che, a distanza di anni, risuona ancora incredibilmente attuale. Oggi la rileggiamo in ricordo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Scrittore e intellettuale dalla complessa personalità, Giuseppe Tomasi di Lampedusa è ricordato soprattutto per il suo romanzo “Il Gattopardo“. Personaggio taciturno e solitario, trascorse gran parte del suo tempo nella lettura. Nato il 23 dicembre 1896 e scomparso il 23 luglio 1957, Giuseppe Tomasi di Lampedusa ricordando la propria infanzia scrisse: “ero un ragazzo cui piaceva la solitudine, cui piaceva di più stare con le cose che con le persone”. Leggiamo oggi una delle sue citazioni più famosi, tratta appunto da “Il Gattopardo”, che ci invita a riflettere sulle nostre vite. 

Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.

Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Ambientato in Sicilia all’epoca del tramonto borbonico, il romanzo racconta la storia di una famiglia della più alta aristocrazia isolana colta nel momento rivelatore del trapasso del regime, mentre già incalzano i tempi nuovi. Protagonista è il principe Fabrizio Salina e una Sicilia viva e moderna ma consapevole della problematica storica, politica e letteraria contemporanea. Come dicevamo, “Il Gattopardo” uscì postumo e fu un eccezionale caso letterario

Un caso letterario

Inizialmente, infatti, il romanzo era stato presentato agli editori Mondadori ed Einaudi che però lo rifiutarono. Il testo fu letto da Elio Vittorini che a quanto pare successivamente si rammaricò molto dell’errore. A riconoscere il valore dell’opera fu Giorgio Bassani, che decise di pubblicarlo per Feltrinelli e ne scrisse la prefazione alla prima edizione. Non a torto, Bassani spinse molto questo libro, che si aggiudicò il Premio Strega nel 1959 e vendette 100.000 copie, aggiudicandosi il titolo di primo best-seller italiano. Qualche anno dopo, nel 1963, la storia ispirò l’omonimo film di Luchino Visconti, realizzato con Claudia Cardinale e Burt Lancaster e vincitore della Palma D’oro come miglior film al 16° Festival di Cannes.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Duca di Palma e Montechiaro, principe di Lampedusa, partecipò alla guerra del 1915-18 come ufficiale e rimase nell’esercito fino al 1925; si ritirò quindi a vita privata (anche perché avverso al fascismo), viaggiando e dimorando per lunghi periodi all’estero. Buon conoscitore di varie lingue e letterature moderne, oltre alle classiche, lasciò inedito, tra le altre opere, anche il Il gattopardo, concepito nel corso di un lungo periodo di tempo e scritto poco prima di morire, che, per il vasto successo riscosso costituì un singolare caso letterario (nel 1963 L. Visconti ne trasse il celebre film omonimo).

Nel 1961 è stato pubblicato un volume di Racconti, composto di tre racconti veri e propri (Il mattino di un mezzadro; La gioia e la legge; Lighea) e di un lungo scritto autobiografico, I luoghi della mia prima infanzia. Postume sono anche apparse le raccolte di saggi Lezioni su Stendhal (1977), Invito alle lettere francesi del Cinquecento (1979) e Letteratura inglese: dalle origini al Settecento (1990).

 

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