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Cos’è il destino secondo William Shakespeare

Il destino è nelle nostre mani. E' questo il grande insegnamento che Shakespeare ci consegna attraverso la voce immortale di Giulio Cesare

Iniziamo la giornata di oggi con un pensiero di William Shakespeare, tratto dalla tragedia “Giulio Cesare“. Un invito a prendere fra le mani la propria vita e a plasmarla secondo i nostri desideri più profondi. 

“Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi”

Il nostro destino è dentro di noi

Essere o non essere? E’ questo il dilemma che Shakespeare ci ha consegnato attraverso la voce immortale di Amleto. Meglio subire i colpi di fionda della vita o impugnare le armi contro un mare d’affanni? Alla base di questa insolubile dilemma, c’è una duplice visione della vita. Da una parte, ci sono coloro che affidano sé stessi e il loro destino alle stelle, ovvero al fato. D’altra parte, ci sono invece coloro che decidono di essere artefici del loro destino, che lottano e combattono ogni giorno affinché i loro desideri profondi si inverino. Con questa frase, affidata a uno dei conduttori più valorosi della storia umana, Giulio Cesare, Shakespeare ci incoraggia a guardare dentro noi stessi per leggere i nostri desideri e farli nostri. 

Giulio Cesare di Shakespeare

 

Con il “Giulio Cesare”, opera che prelude al periodo delle grandi tragedie, Shakespeare rivisita il conflitto esemplare e sempre attuale tra repubblica e impero, tra autoritarismo e democrazia. E magistralmente svela la dimensione teatrale delle politica, la sua retorica e la sua finzione. In questo dramma di carattere marcatamente politico ogni azione risulta inestricabilmente legata alla volontà di far prevalere le proprie opzioni ideologiche e alla conseguente necessità di persuadere il popolo per farlo aderire a esse. La storia si dispiega quindi come una grande arena della persuasione in cui la forza della parola, la simulazione e la dissimulazione forgiano i destini degli uomini.

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William Shakespeare

William Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1564 – Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1616) è stato un drammaturgo e poeta inglese, considerato il più importante scrittore inglese e generalmente ritenuto il più eminente drammaturgo della cultura occidentale.

La produzione teatrale di William Shakespeare copre un periodo di circa vent’anni (1591-1611). Non esiste un manoscritto delle sue opere di cui sono state pubblicate delle versioni non autorizzate quando lo scrittore era in vita. La prima pubblicazione ufficiale delle sue opere fu il First Folio (1623), contenente trentasei delle sue trentasette opere teatrali, a cura di due attori amici del Bardo, Henry Condell e John Heminges.

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Possiamo distinguere quattro fasi fondamentali nella carriera di Shakespeare: il periodo di apprendistato; il periodo in cui scrisse drammi storici e commedie d’amore; il periodo delle grandi tragedie e infine il periodo in cui scrisse romances.

William Shakespeare e i suoi lavori hanno influenzato molto il teatro e la letteratura, non a casa il Bardo dell’Avon è riconosciuto come il più grande drammaturgo della storia dell’occidente. In particolare Shakespeare intensificò, potenziò la caratterizzazione dei personaggi, dell’intreccio e anche del linguaggio.

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