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Una frase di Alberto Angela sull’importanza delle proprie origini

Oggi è il compleanno di Alberto Angela. Per omaggiarlo, vi proponiamo una sua frase tratta da un celebre discorso motivazionale che il divulgatore televisivo pronunciò in televisione

Oggi compie gli anni il celebre divulgatore televisivo Alberto Angela, nato l’8 aprile 1962. Per iniziare la giornata, vi proponiamo una sua celebre frase, tratta da un suo celebre discorso. 

“In questo momento di emergenza, le nostre antiche radici sono qui con noi. È come se tutte le generazioni passate fossero assieme a noi a combattere…”

Il discorso di Alberto Angela

Qualche anno fa, prima della messa in onda di “Stanotte a Venezia“, Alberto Angela si rivolse ai telespettatori, attraverso un video messaggio, per riflettere sull’emergenza Coronavirus. E, in particolare, su come la nostra storia millenaria sia, in questo momento, un faro per orientarci nella tempesta.

Se per il mondo intero siamo diventati un modello da seguire, dice Alberto Angela, è perché stiamo mettendo in campo i nostri valori. Valori che ci hanno tramesso le generazioni precedenti, insieme a un immenso patrimonio artistico, e che noi, a nostra volta, dobbiamo assumerci il compito di tramandare ai posteri.

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Un viaggio con Alberto Angela alla scoperta della Venezia notturna

Questa sera su Rai1, Alberto Angela ci aspetta per un viaggio fra calli e campielli, alla scoperta del lato più affascinante di Venezia

I nostri valori sono il frutto della storia

“In Italia ogni meraviglia del nostro patrimonio è il frutto della genialità di tutte le generazioni che ci hanno preceduto. Assieme ai monumenti e ai capolavori ci hanno però lasciato anche tanti valori. E questi valori – ha aggiunto Alberto Angela – costituiscono oggi la nostra cultura.

Nel nostro modo di vivere, di pensare, di scrivere, di amare, di vestire o di mangiare ci sono almeno 3000 anni di civiltà. E l’insieme di questi valori sta guidando oggi il nostro paese in questa emergenza, aiutandolo ad agire in un modo che serve persino da modello a tante altre nazioni. A tracciare questo percorso in un’emergenza senza precedenti nella storia, mi piace pensarlo, non siamo soli ma abbiamo accanto anche le generazioni passate, attraverso la cultura, fatta di loro insegnamenti e valori”.

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Perché dobbiamo ringraziare veramente Alberto Angela

Grazie ad Alberto Angela, abbiamo capito quanto la nostra cultura e il nostro patrimonio ci rendano forti e forse unici al mondo. Il discorso di ieri sera ce lo ha ricordato ancora una volta

La nostra generazione diventerà un esempio per le future

“E c’è una considerazione che trovo importante fare. Di fronte ai capolavori che ci hanno lasciato guardiamo spesso alle generazioni passate con tanta ammirazione. Ma tutti noi dobbiamo avere la consapevolezza che anche noi, come generazione, proprio nel modo in cui stiamo affrontando l’emergenza, lasceremo a chi verrà dopo un esempio, donando dei valori, esattamente come hanno fatto le generazioni che ci hanno preceduto.

Valori importanti, come quelli che ci hanno tramandato i nostri nonni, i nostri padri, le nostre madri – continua Alberto Angela – che ora sono più colpiti dal dramma che viviamo. In questo, inoltre, c’è anche un passaggio, un collegamento tra il passato e il futuro. Un contatto, attraverso noi, tra le generazioni dei secoli passati e quelle che ancora devono nascere. E a fare la saldatura è la nostra cultura”.

Le nostre antiche radici ci rendono forti

“In questo momento di emergenza queste antiche radici sono qui con noi. È come se tutte le generazioni passate fossero assieme a noi a combattere, suggerendoci il modo di comportarci e noi abbiamo ben 3mila anni di civiltà alle spalle, forse è questo che fa la differenza rispetto a tanti altri Paesi, non lo so. Io so solo che bisogna ancora stringere i denti per un po’. Poi lo sappiamo tutto finirà e allora – continua Alberto Angela – vi chiedo due cose: una volta che tutto sarà finito non dimenticate chi è in prima linea negli ospedali, tutte le persone coinvolte con uno spirito di sacrificio immenso.

Non scordiamoci di chi non c’è più. E poi soprattutto, quando alla fine partirete per fare dei viaggi premiate l’Italia, aiutate chi vive di turismo come cooperative di ragazzi, guide, alberghi, ristoranti che stanno soffrendo tantissimo. In questo modo sosterrete anche il nostro patrimonio insieme a tutte le generazioni passate che stanno lottando idealmente insieme a noi”.

Sostenere il patrimonio artistico italiano, un ponte tra generazioni

In questo toccante discorso, Alberto Angela sottolinea come la cultura e la lunga tradizione artistica del nostro Paese faccia da collante tra le diverse generazioni. E noi stessi, grazie all’immenso patrimonio artistico di cui disponiamo e che abbiamo il privilegio e il diritto di tutelare, siamo tenuti a costituire questo immaginario ponte con le generazioni future ed a tutelare i beni culturali che tutto il mondo ci invidia. Come? In primis scoprendoli di persona, viaggiando lungo l’Italia per rendersi conto della fortuna che abbiamo.

Viaggiare lungo lo Stivale, dopo che l’emergenza Covid fortunatamente è finita, è l’invito finale del celebre divulgatore televisivo. Un auspicio che siamo sicuri, terminata la paura, in molti avranno seguito.

Alberto Angela

Nato a Parigi nel 1962, Alberto Angela è paleontologo, naturalista, divul­gatore scientifico e scrittore.

Ha approfondito i suoi studi presso le università statunitensi di Harvard, Columbia e UCLA, ha svolto per oltre dieci anni attività di scavo e di ricerca parteci­pando a molte spedizioni internazionali di paleo­antropologia.

Tra i massimi esperti in materia di divulgazione scientifica e storica, è autore e conduttore di diversi programmi di successo in onda sulle emittenti RAI quali Ulisse: il piacere della scoperta, Stanotte a…Meraviglie: la penisola dei tesori e Passaggio a Nord Ovest.

La sua ultima “creatura televisiva” è Noos: un contenuto curato da Rai Cultura che raccoglie l’eredità del celebre “Superquark” di Piero Angela e che il suo conduttore ha definito “un omaggio alle esplorazioni nel sapere di mio padre e […] la continuazione dei viaggi nello spazio interstellare della conoscenza”.

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