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Una frase di Charlotte Brontë su come reagire alla mancanza di libertà

Per ricordare la scrittrice Charlotte Brontë, condividiamo una sua illuminante riflessione sulla libertà e sul fatto che, finché a guidarci saranno le nostre facoltà mentali, allora anche i mali del mondo saranno sopportabili.

In occasione dell’anniversario di Charlotte Brontë, scrittrice nata il 21 aprile del 1816 e scomparsa il 31 marzo 1855, per iniziare la giornata di oggi vi proponiamo una sua frase tratta dal romanzo “Villette“; un’occasione per conoscere la maggiore delle sorelle Brontë e comprendere l’impatto, non solo letterario, che la scrittrice britannica ebbe nella società vittoriana.

“Il pericolo, la solitudine, un futuro incerto non sono mali opprimenti finché il corpo è sano e le nostre facoltà valide; finché, specialmente, la libertà ci presta le sue ali e la speranza ci guida con la sua stella.”

Volare sulle ali della libertà

Spesso guardando ciò che accade nel mondo, ci capita di deprimerci di fronte all’incertezza del futuro, alla paura di restare soli, ai pericoli provenienti dall’esterno. Ma non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto: dobbiamo in primis pensare a noi stessi, partire da ciò che siamo, esaminarci e renderci conto che, se siamo in salute e sani anche mentalmente, non tutto è perduto.

Ciò che ci serve è rimboccarci le maniche e fare in modo di reagire alle difficoltà. Le “armi” per farlo? Come dice la stessa Charlotte Brontë, non dobbiamo opprimerci finché avremo la possibilità di essere liberi e di seguire la speranza che può guidarci verso un futuro migliore.

La libertà è una delle grandi conquiste della società; spesso ultimamente sembra essere messa in discussione (purtroppo la cronaca in Italia come all’estero ci mostrano casi di censura e di oppressione, sia di singole persone che di interi popoli), ma possiamo sempre ribellarci, reagire alle costrizioni che vengono dall’esterno e provare a volare con “le ali della libertà” per seguire la speranza, quella stella, come dice la Brontë, che può guidarci verso un futuro migliore.

Charlotte Brontë, uno spirito combattivo

Charlotte Brontë è stata una scrittrice britannica dell’età vittoriana, la maggiore delle tre sorelle Brontë, nota per il suo romanzo “Jane Eyre”. Figlia di un ecclesiastico irlandese, nel 1820 si stabilì con la famiglia a Haworth, nella regione delle brughiere. Fin dall’infanzia Charlotte, lasciata sovente a sé stessa, creò insieme alle sorelle Emily e Anne e al fratello Branwell un mondo immaginario, sul quale i ragazzi costruirono complicati cicli di storie infantili.

La vita delle sorelle Brontë fu segnata da gravi lutti familiari: persero da piccole la madre malata di cancro, e anche la zia, che si era trasferita nella loro casa per crescerle, se ne andò precocemente. Charlotte non fu molto fortunata neppure in campo sentimentale: s’innamorò, senza essere ricambiata, di un professore già sposato, e quando si sposò con un pastore, morì l’anno successivo, mentre attendeva un figlio.

“Jane Eyre” è l’alter ego di Charlotte: entrambe hanno vissuto una giovinezza da orfana e di abbandoni. Jane, bambina orfana e sottoposta fin da piccola a umiliazioni e ai rigori di una disciplina troppo severa, decide di continuare a studiare, di coltivare i propri talenti. Fino a diventare l’educatrice privata di una bambina all’interno della tenuta di Mr. Rochester.

Molti gli ostacoli che renderanno davvero arduo il conseguimento della serenità da parte della giovane Jane. Ma la ragazza riuscirà ad affrontare anche i momenti più difficili con rettitudine e determinazione.

Per conoscere meglio la scrittrice britannica, vi consigliamo di leggere “Charlotte Brontë. Una vita appassionata” di Lyndall Gordon. Si tratta di una biografia che fa emergere il ritratto di una donna passionale e determinata, in conflitto con i vincoli che il contesto sociale imponeva alle donne. Uno spirito combattivo che la scrittrice stessa tendeva a stemperare e a dissimulare, in omaggio alle convenzioni del tempo.

“Villette”, l’ultimo romanzo di Charlotte Brontë

“Villette! Villette!”, scrisse George Eliot, “è un romanzo ancora più incredibile di Jane Eyre. C’è qualcosa di sovrannaturale nella sua forza”. Pubblicato nel 1853, “Villette” è l’ultimo romanzo compiuto di Charlotte Brontë. E da alcuni è considerato il suo vero capolavoro. Un’opera percorsa da una forza straordinaria che si rispecchia nella determinazione della protagonista, la timida Lucy Snowe. Orfana e sola, Lucy ottiene un posto presso un collegio femminile nella città di Villette. Ricco di elementi autobiografici, il romanzo ci regala il ritratto di un’eroina estremamente moderna, sensibile e combattiva, animata da una passione travolgente che la rende viva, reale. 

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