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Le 10 frasi celebri di cui spesso si sbaglia l’autore

Quanto volte ci è capitato di essere sicuri dell'attribuzione di una certa frase famosa, venendo poi smentiti? Ecco 10 frasi celebri che vengono spesso assegnate all'autore sbagliato

Frasi celebri come “L’importante è partecipare”  oppure “Fatta l’Italia, ora bisogna fare gli italiani” nel parlato comune sono spesso assegnate a personaggi famosi, senza tener conto dei veri autori delle citazione. Non ultima, in occasione del centenario dalla nascita di Italo Calvino, è tornata “di moda” una celebre frase erratamente attribuita all’autore de “Il barone rampante”.

Oltre a quest’ultimo esempio “bonus”, vi riportiamo, grazie anche al contributo di Focus, un elenco di 10 frasi celebri di cui tutti, almeno una volta, abbiamo sbagliato l’autore.

 

"Tre cose ci sono rimaste..." la bufala dell'aforisma attribuito a Dante

“Tre cose ci sono rimaste…” la bufala dell’aforisma attribuito a Dante

“Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini” è un’aforisma che spesso viene attribuito a Dante Alighieri. Abbiamo chiesto ad una serie di esperti del Sommo Poeta se è corretto o no attribuirgli questa citazione.

 

Le frasi celebri spesso oggetto di falsa atribuzione

 

“Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”

Come smentito anche più di una volta dalla figlia Giovanna Calvino, la frase non appartiene a Italo Calvino, ma della professoressa cuneese Mattea Rolfo, insegnante di una scuola superiore di Torino. La frase è apaprsa per la prima volta sul blog personale della professoressa, Spigoblog, a settembre 2007.

 

“Dio è morto, Marx pure, e anche io non mi sento molto bene”

Comunemente viene attribuita al geniale regista Woody Allen, molto famoso anche per le sue numerose citazioni. In realtà la frase sembra che sia stata detta da Eugene Ionesco, un drammaturgo rumeno, molto conosciuto come esponente del “teatro dell’assurdo”.

 

“Eppur si muove!”

In molti sono convinti che Galileo Galilei, costretto a rinunciare alle sue teorie, abbia detto agli scienziati “eppur si muove”. In realtà la frase sembra che sia gli sia stata attribuita da Giuseppe Baretti, uno scrittore vissuto un secolo dopo.

 

“Elementare Watson”

Pensando a Sherlock Holmes, viene spontaneo citare tra le sue frasi celebri la famosa  “Elementare Watson”. In realtà chi ha letto i libri sa che la frase non è scritta nelle pagine di Arthur Conan Doyle, e non viene mai detto dal famoso investigatore. Sembra però che in uno dei racconti “Il caso dell’uomo deforme”,  Watson davanti a un caso dica “semplice” e Sherlock risponda “Elementare”.

 

“L’importante non è vincere, ma partecipare”

Sembra proprio che questa tra le frasi celebri non sia stata detta da Pierre de Coubertin, a cui però andrebbe attribuita l’importanza di averla diffusa e resa celebre. L’aforisma appartiene a Ethelbert Talbot, vescovo della Pennsylvania, che l’avrebbe pronunciata durante le Olimpiadi del 1908.

 

Le poesie attribuite per errore a celebri autori

Le poesie attribuite per errore a celebri autori

Vi presentiamo alcune poesie famose attribuite erroneamente a celebri autori, un modo per dare il giusto merito a coloro che hanno realizzato dei bellissimi versi

 

“Panta Rei (tutto scorre)”

La frase da poco è tornata ad essere conosciuta grazie alla canzone di Francesco Gabbani e alla sua simpatica scimmia. La frase viene tendenzialmente fatta risalire ad Eraclito, spesso appunto definito come “il filosofo del panta rei.” In realtà Eraclito non ha mai scritto questa frase, ma è Platone che nel “Cratilo” scrive: “Dice Eraclito “che tutto si muove e nulla sta fermo” e confrontando gli esseri alla corrente di un fiume, dice che “non potresti entrare due volte nello stesso fiume”.

 

“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi ogni volta un risultato diverso”

Tra le frasi celebri attribuite al noto scienziato, si è soliti credere che queste parole siano state pronunciate da Einstein, ma in realtà l’autore originale non è lui. La frase è nata dalla penna di Rita Mae Brown e si trova nel suo libro “Morte improvvisa” del 1983.

 

“Non hanno pane? Che mangino Brioches”

Questa è una delle frasi che vengono più comunemente utilizzate per descrivere il periodo della rivoluzione francese e viene frequentemente attribuita alla regina Maria Antonietta. In realtà la frase non appartiene davvero alla regina, dal momento che Rousseau riporta la frase relativamente a un evento che si è verificato 14  anni prima che Maria Antonietta nascesse.

 

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I 10 errori grammaticali più comuni tra gli italiani

Ecco gli errori più comuni che si commettono quando non si utilizza nel modo opportuno la lingua italiana

 

“Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”

La frase è quella che meglio rappresenta l’Unità d’Italia. Secondo molti la frase dovrebbe essere attribuita a Massimo D’Azeglio, ma in realtà la citazione non è esattamente corretta. Il politico, infatti, ne “I miei ricordi” scrive “il primo bisogno d’Italia è che si formino Italiani dotati d’alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani”.

 

“Sii te stesso; tutti gli altri sono già stati presi”

Si pensa sia una delle frasi celebri di Oscar Wilde, ma in realtà l’aforisma dello scrittore è diverso. Nel “De profudis”, infatti, scrive. “La maggior parte delle persone sono altre persone. I loro pensieri sono le opinioni di qualcun altro, le loro vite un’imitazione, le loro passioni una citazione”.

 

“Il paradiso per il clima, l’inferno per la compagnia”

Questa frase viene attribuita a diversi autori: alcuni ritengono sia di Mark Twain, mentre secondo altri sarebbe da far risalire a Oscar Wilde. In realtà il primo a pronunciare queste parole sarebbe stato il politico Benjamin Wade, che avrebbe così  detto: “Penso, da tutto quello che posso sapere, che il paradiso ha il miglior clima, ma l’inferno ha la miglior compagnia”.

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