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“Immagini” di Olivo Barbieri in mostra a Roma

Oltre 100 opere nella prima grande retrospettiva in Italia per raccontare uno dei più grandi fotografi italiani contemporanei. Un nuovo lavoro, realizzato per il MaXXI, da Olivo Barbieri.

MILANO – “Non mi ha mai interessato la fotografia, ma le immagini. Credo che il mio lavoro inizi laddove finisce la fotografia.” Queste parole di Olivo Barbieri mostrano quanto nei suoi scatti la realtà venga trasformata, reinterpretata e alterata per dare vita a nuove narrazioni attraverso continui, incessanti esperimenti percettivi. Olivo Barbieri è uno dei più importanti autori della fotografia italiana contemporanea, che ha saputo raccontare il paesaggio italiano, la sua provincia e le sue periferie, ma anche il crollo dei miti della modernità, la trasformazione della Cina e la globalizzazione dell’Estremo Oriente, le città di tutto il mondo osservate dall’alto e il rapporto con la Natura. Il MaXXI di Roma fino al 15 novembre gli dedica la prima grande retrospettiva italiana “Immagini 1978 – 2014” a cura di Francesca Fabiani.

PERCEZIONE, INTERPRETAZIONE, RAPPRESENTAZIONE – La mostra presenta una selezione di oltre 100 opere – fotografie, film e altri materiali – che illustrano il percorso artistico del fotografo dalla fine degli anni Settanta a oggi. Una retrospettiva che ripercorre la ricerca di Barbieri, evidenziando la sua costante attenzione al tema della percezione, della capacità di vedere e interpretare la realtà: con le sue fotografie, l’artista mette in crisi le consuete modalità di rappresentazione. L’espediente visivo – che sia l’alterazione coloristica dell’illuminazione artificiale, la sfocature della scena o la sovraesposizione, l’uso dei rendering – non è mai fine a se stesso.

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LE SEZIONI DELLA MOSTRA – L’esposizione si articola in sette sezioni partendo da “Viaggio in Italia”, un periodo in cui Barbieri si dedica alla città e ai paesaggi della provincia, senza alcun intento folkloristico ma cercando di restare fedele al semplice dato visivo. Seguono sezioni con scatti di città fantasmagoriche, dai colori impossibili e quasi immateriali; foto che raccontano cambiamenti sociali e urbanistici; immagini che raccontano il rapporto tra uomo e Natura.

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LE TECNICHE E I TEMI – Questa mostra solleva questioni simboliche, analizza realtà moderne soggette all’inquietante avanzata di strutture e infrastrutture, sovverte i punti di vista analizzando le possibilità del mezzo fotografico e i limiti dell’occhio umano. È così che la mostra racconta i primi esperimenti di “fuoco selettivo”, una tecnica che, grazie all’impiego di lenti particolari, permette di mettere a fuoco solo una parte dell’immagine, lasciando sfocato tutto il resto. Questa tecnica che diventerà uno dei tratti distintivi del lavoro di Barbieri, gli permette di creare un nuovo meccanismo visivo, ridefinendo le gerarchie tra gli elementi del visibile. E’ grazie al suo lavoro che lo sfocato entra a far parte del linguaggio fotografico contemporaneo. Nelle diverse sezioni l’arte di Olivieri non cambia metodo né il linguaggio, nella costante sperimentazione visiva, in bilico tra realtà e rappresentazione che caratterizza tutto il suo lavoro.

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