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Frida Kahlo e il dolore trasformato in arte

In occasione dell'anniversario di morte di Frida Kahlo, ripercorriamo le tappe fondamentali della sua vita edella sua arte

MILANO – Artista rivoluzionaria e innovatrice in ogni aspetto della sua vita, dalla sua partecipazione alla militanza comunista, alla propria arte, alla sua continua lotta per ridefinire il proprio spazio di essere umano e di donna. L’arte di Frida Kahlo è testimone di tutto ciò e per questo si delinea nella sua opera la forma di una pittura vivida e cruda, fatta di icone morbosamente autobiografiche e di scenari impietosi ritagliati dall’inconscio: quadri in cui scorrono sangue, malattia, lacerazioni, organi a vista, incubi di maternità negata, il male oscuro dell’inafferrabile Diego Rivera.

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LA VITA – Frida Kahlo è da annoverare tra i massimi artisti del ‘900; ma, a differenza di altri maestri, non vi è corrente o scuola che possa contenerne l’irripetibile parabola artistica. L’arte della pittrice messicana, infatti, non sgorga da cenacoli artistici o simili, ma direttamente dal suo corpo, dal dolore e dal sangue che ne sgorgano fin dalla più tenera età. Artista, militante comunista, anticonformista, donna indomita e vitale, a dispetto di un’esistenza segnata dal dolore, Frida non incarna solo l’anima del Messico, ma è un mito che ha catturato l’immaginario collettivo. È un’icona del movimento femminista fin dagli anni 70 e una bandiera per le lesbiche perché, bisessuale dichiarata, non faceva mistero delle sue relazioni amorose, tra l’altro con la fotografa Tina Modotti e forse con Georgia O’Keeffe. La sua vita fu intensa e crudele, caratterizzata da tormenti e forti emozioni che le procurarono depressione, estraniamento, perdita. Ma la sua arte è testimonianza di un successo raggiunto che la salva dall’essere considerata sia una “vittima” che un’“icona con disabilità”, a dispetto di una cultura patriarcale, di un marito infedele e di un orribile incidente che avrebbero potuto alimentarne il mito di “eroina tragica”.

 

L’ARTE – La sua carriera artistica consta di circa 200 dipinti, per lo più autoritratti, dove l’ artista, come in una sorta di esorcismo, proietta le sue angosce e il suo dolore su un’ altra Frida, in modo da separarsene e allo stesso tempo confermare la sua appartenenza alla realtà; i soggetti hanno quindi forma rigida e convenzionale, con una strana unidimensionalità popolareggiante. Era una donna con disabilità che fin dagli esordi affrontò la sua difficile condizione opponendosi alla sorte avversa, riuscendo a trasformare l’immobilità in opportunità artistica e successivamente a trasformare la sofferenza in arte. Il dolore rappresentato nelle sue tele non è mai tragico, caso mai sfrontato e vivido: Frida disegna l’intensità e la debolezza del genere umano. I numerosi autoritratti, inusuali e pieni di colore, ci fanno percepire quanto questo corpo di donna ferita, sia stato centrale nella sua arte e nella sua esistenza.

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LA RIVOLUZIONE DELLA PITTURA – “Sono molto preoccupata – scrive Frida – per quanto riguarda la mia pittura, soprattutto perché vorrei farla diventare qualcosa di utile. Finora, infatti, sono riuscita solo a esprimere me stessa, ma ciò purtroppo non serve al partito. Devo cercare con tutte le mie forze di fare in modo che quel poco di positivo che le mie condizioni fisiche mi permettono ancora di fare serva anche alla rivoluzione, l’unico vero motivo di vivere”.
GLI OCCHI DELL’ANIMA – Quasi bella, aveva lievi difetti che ne aumentavano il magnetismo. Le sopracciglia formavano una linea continua che le attraversava la fronte e la bocca sensuale era sormontata dall’ombra dei baffi. Chi l’ha conosciuta bene sostiene che l’intelligenza e lo humour di Frida le brillavano negli occhi e che erano proprio gli occhi a rivelarne lo stato d’animo: divoranti, capaci di incantare, oppure scettici e in grado di annientare. Quando rideva era con carcajadas, uno scroscio di risa profondo e contagioso che poteva nascere sia dal divertimento sia come riconoscimento fatalistico dell’assurdità del dolore». Così la critica d’arte americana Hayden Herrera, nella sua celebre biografia, descrive l’aspetto e il carattere della pittrice messicana Frida Kahlo, diventata nel corso di questi ultimi decenni una delle figure più popolari e amate a livello mondiale.

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