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10 libri da leggere che hanno ispirato film da Oscar

Tra i 10 film che hanno ricevuto più statuette nella storia del premio, ben 6 sono tratti da grandi storie della letteratura. Scopri quali sono i libri da leggere che hanno ispirato i film da Oscar

Nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 marzo si tiene la Notte degli Oscar 2024. In gara anche l’Italia con il film “Io Capitano” di Matteo Garrone, in corsa come miglior film internazionale è ispirata a storie vere di migranti, raccolte dallo stesso registra per la sceneggiatura del suo film.

Il binomio cinema-letteratura

Il binomio cinema-letteratura non è certo una novità degli ultimi anni. Tra i 10 film che hanno ricevuto più statuette degli Oscar nella storia del premio, ben 6 sono tratti da grandi storie della letteratura.

Se poi allarghiamo lo sguardo al resto della lista dei vincitori, il numero delle pellicole ispirate ai libri cresce.

Libri da leggere al cinema, i 10 bestseller da Oscar

In attesa degli Oscar 2024, ecco i 10 libri da leggere che hanno ispirato i film più premiati nella storia degli Oscar.

Ben Hur, Lew Wallace

Dal 1960, quando fu premiato con 11 statuette agli Oscar, fino al 1998, quando “Titanic” ottenne altrettanti riconoscimenti, “Ben Hur” (1959) di William Wyler ha detenuto incontrastato il record del maggior numero di Oscar vinti da un film.

Ambientata all’epoca di Cristo, quando la Giudea era sotto il dominio dei romani, la storia di Ben Hur ha appassionato e commosso milioni di spettatori in ogni tempo. Ex principe tradito dal comandante delle legioni romane e suo vecchio amico di infanzia Messalla, che lo fa imprigionare e lo riduce in schiavitù per un crimine che non ha commesso,

Ben Hur troverà il riscatto battendolo alla corsa delle quadrighe al Circo di Gerusalemme: una delle scene d’azione rimaste tra le più spettacolari della storia del cinema. Un capolavoro epocale dunque, che paga come tanti un debito alla letteratura.

La versione cinematografica è tratta infatti dall’omonimo romanzo storico del 1880 scritto da Lew Wallace, divenuto famoso in tutto il mondo proprio grazie a quest’opera.

Il Signore degli Anelli – Il ritorno del Re, J.R.R. Tolkien

Qualche anno dopo “Titanic”, un altro film ha eguagliato il primato di “Ben Hur”: “Il Signore degli Anelli – Il ritorno del Re”, terzo capitolo della trilogia diretta da Peter Jackson, nel 2004 si è aggiudicato 11 Oscar su 11 nomination.

Non c’è bisogno di ricordare il nobile antenato letterario del film: chi non conosce infatti “Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien, capostipite di tante trilogie odierne e uno dei più grandi best seller di tutti i tempi?

Via col vento, Margaret Mitchell

Con 10 Oscar vinti nel 1940, “Via col vento” di Victor Fleming si è iscritto indelebilmente nella memoria di intere generazioni. Chi non è rimasto ammaliato dalla bellissima Vivien Leigh, nei panni di Rossella O’Hara, che recita il suo solenne credo, “dopotutto, domani è un altro giorno”?

Chi non ha sentito il cuore saltare un battito vedendo l’affascinante Rhett Butler, alias Clark Gable, abbandonare Rossella e chiudersi la porta alle spalle con un caustico “francamente, me ne infischio”?

Ma queste scene entrate nella storia del cinema non sarebbero mai state girate se non fossero nate innanzi tutto dalla fantasia di Margaret Mitchell, autrice dell’omonimo romanzo del 1936, anche in questo caso uno dei più famosi best seller di tutti i tempi.

Sono stato imperatore, Aisin Gioro Pu Yi

9 statuette su 9 nomination le ha ottenute anche, nel 1988, “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci. All’inizio del film, siamo nel 1950, dalla Russia arriva in Manciuria, al confine tra la Repubblica Popolare Cinese e l’Unione Sovietica, un treno carico di prigionieri: sono accusati di aver collaborato con il Giappone durante la guerra.

Tra loro vi è anche l’ultimo imperatore della Cina, Aisin Gioro Pu Y, condannato allo stesso destino degli altri carcerati. Disperato per il suo futuro di schiavo, l’ex imperatore cerca di togliersi la vita tagliandosi le vene, ma viene soccorsi dai guardiani.

In quegli istanti alla sua memoria si affacciano i ricordi di un’intera vita, raccontata per flash back che si alternano continuamente alle scene ambientate nel presente.

Forse non tutti sanno che il film è tratto da un libro: l’autobiografia “Sono stato imperatore” scritta nel 1960 dallo stesso Aisin Gioro Pu Yi.

Il paziente inglese, Michael Ondaatje

Ha vinto 9 Oscar, nel 1997, anche “Il paziente inglese” di Anthony Minghella, tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ondaatje del 1992. La vicenda è ambientata durante la Seconda guerra mondiale e racconta la storia di László Almásy, conte ungherese rimasto senza volto, sfigurato in seguito a un incidente aereo e ricoverato in un convento, e Hana, ritiratasi in quel luogo dopo la morte del fidanzato e della migliore amica.

Hana si prende cura del misterioso paziente di cui non conosce l’identità, da lei chiamato “il paziente inglese”, e ogni giorno gli legge le Storie di Erodoto, che rievocano nella memoria di lui dolci e dolorosi ricordi. A poco a poco viene attratta dai segreti di lui, fino a coltivare una morbosa passione.

Una tragedia americana, Theodore Dreiser

Dietro a “Cabaret” di Bob Fosse, vincitore di 8 statuette, e a “Guerre stellari”, il primo film della saga di George Lucas, 7 statuette, il film che ha ottenuto più Oscar, 6 nel 1952, è “Un posto al sole” di George Stevens.

Il film è ispirato a “Una tragedia americana”, libro che racconta la drammatica storia di un arrampicatore sociale scritto dall’autore e poeta statunitense Theodore Dreiser.

Il protagonista è George Eastman, interpretato da Montgomery Clift, ragazzo di umili origini determinato a farsi strada, che lavora presso la fabbrica di costumi da bagno dello zio.

Qui si avvicina a un’operaia, Alice Tripp, interpretata da Shelley Winters, e inizia con lei una relazione. Proprio quando Alice resta incinta, George conosce una donna dell’alta società, la bellissima Elizabeth Taylor nei panni di Angela Vickers, e se ne innamora perdutamente. Una storia di passione che finirà in tragedia.

Mary Poppins, Pamela Lindon Travers

Diversi sono i film che hanno ottenuto 5 Oscar. Dopo “Wilson” di Henry King nel 1945, “Il bruto e la bella” di Vincente Minnelli nel 1953 e “Il re ed io” di Walter Lang nel 1958, nel 1965 è stata la volta “Mary Poppins”, il classico targato Walt Disney e diretto da Robert Stevenson. Il personaggio della straordinaria bambinaia venuta dal cielo, cui Julie Andrews ha impresso per sempre il suo volto, fu creato dalla scrittrice australiana Pamela Lyndon Travers quando ancora era poco più che adolescente.

Sua madre era caduta in uno stato di depressione e lei per consolare i fratellini si inventò “Mary Poppins”, libro pubblicato nel 1934 e destinato a diventare il primo di una lunga serie di romanzi per ragazzi.

La storia di come Walt Disney acquisì i diritti per la trasposizione cinematografica è raccontata nel film “Saving Mr. Banks”, uscito nel 2013 e candidato quest’anno all’Oscar per la miglior colonna sonora – lo “zio Walt” è qui interpretato da Tom Hanks.

Il dottor Živago, Borìs Pasternàk

Il romanzo capolavoro di Boris Leonidovič Pasternak, l’autore che nel 1958 vinse e rifiutò il premio Nobel, è stato portato sul grande schermo da David Lean nel 1965 e si è aggiudicato 5 statuette nel 1966.

Incentrato sul racconto della vita del medico Jurij Andreevic Živago, “Il dottor Živago” racconta in parallelo la storia della grande Russia, che si intreccia con gli eventi personali del protagonista.

La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, Brian Selznick

Hanno ottenuto ancora 5 Oscar: “Chi ha paura di Virginia Woolf?” di Mike Nichols nel 1967; “I predatori dell’arca perduta” di Steven Spielberg nel 1982; “Salvate il soldato Ryan” di Steven Spielberg nel 1999; “The Aviator” di Martin Scorsese nel 2005. Nel 2012 è stata la volta di un altro film di Scorsese, “Hugo Cabret”, anche questo premiato con 5 statuette.

Naturalmente, il regista si è ispirato a “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret”, il libro del 2007 di Brian Selznick narrato per parole e immagini.

Gigi di Colette

Dopo “West Side Story” di Jerome Robbins e Robert Wise, che nel 1962 eguagliò “Via col vento” con 10 statuette vinte, è “Gigi” di Vincent Minnelli il primo film ad aver collezionato più Oscar: ben 9 nel 1959.

Diretta da Vincent Minghelli, la versione cinematografica è tratta dall’omonimo romanzo del 1942 di Colette, scrittrice francese considerata tra le più grandi personalità letterarie della prima metà del XX secolo, prima donna ad aver avuto funerali di Stato in Francia.

La storia è ambientata nella Parigi di fine Ottocento e racconta lo sbocciare dell’amore tra la giovane Gilbert, Gigi, educata alla sfarzosa vita di corte, e il ricco e raffinato Gaston.

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