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Al Globe Theatre di Roma va in scena Macbeth di William Shakespeare

Lo spettacolo condurrà lo spettatore nei cupi territori di Scozia per conoscere da vicino la bramosia di potere dei protagonisti principali

MILANO -Il Silvano Toti Globe Theatre si prepara ad accogliere sul proprio palcoscenico MACBETH, una delle tragedie più famose scritte dal drammaturgo inglese William Shakespeare. Da venerdì 15 settembre a domenica 1 ottobre (con le eccezioni del 18 settembre e del 25 settembre) la versione tradotta, adattata e diretta da Daniele Salvo condurrà lo spettatore nei cupi territori di Scozia per addentrarsi nella storia dei protagonisti principali attraverso le cruente vicende da essa scatenate.

NOTE DI REGIA – Spiega il direttore Daniele Salvo: “I protagonisti del Macbeth si muovono in una notte perenne. L’ambizione divora le loro menti, le loro anime. Li contamina. Li contagia sino a farli vagare in un’oscurità senza vie d’uscita. Questa notte infinita avvolge tutti i personaggi, muta le loro convinzioni, li spinge a compiere azioni impensabili, complica le cose, inquina, cela il volto del male. La luna guida i loro destini e un’ombra invisibile muove i loro fili. L’elemento esoterico è centrale nel testo: nel Macbeth la presenza di tre “strane sorelle” è determinante nella trama. Sono loro a mostrare a Macbeth visioni del futuro e a manipolare la sua ambizione omicida in un gioco determinato da forze oscure e magia nera. Il registro onirico è fondamentale nel testo ed è necessario costruire una realtà scenica regolata dalle leggi del sogno e del sonno. Nella notte tutto può accadere: si imboccano vie sconosciute, si frequentano esseri ambigui, creature “manganelliane” sconosciute ai più ed è facilissimo ritrovarsi in situazioni illogiche ed impossibili. Macbeth è una storia di lotte di potere tra élite. Il corporativismo, la massoneria, il familismo, le lotte per l’assegnazione delle cariche pubbliche sono all’ordine del giorno. Il tema del testo è dunque fortemente politico. La stanza di Macbeth fa parte di un castello “mentale”, un luogo in cui si possono materializzare i peggiori incubi. Le tre streghe sono riflesse negli specchi, dormono accanto al protagonista, sono nude nella sua vasca da bagno. La fragilità, il rimorso, la fame, il languore, la trance, l’ansia e la paura perseguitano il cuore di vetro del protagonista e non lo lasciano mai, per tutta la durata dell’opera”

L’OPERA – Continua poi sempre Daniele Salvo: “Lady Macbeth è una moderna donna di potere, nevrotica, bulimica, disinvolta, pronta a tutto pur di apparire, votata al sacrificio di se stessa sull’altare del predominio politico, mantide religiosa pronta a divorare il suo maschio. Compie dei veri e propri ricatti emotivi nei confronti del marito, spinge Macbeth a tramutarsi in assassino, fa riferimenti continui alla sua virilità, alla sua potenza fisica, sprofonda nella più nera natura femminile e il suo potere su Macbeth si esplica attraverso il richiamo sessuale. Il sonnambulismo di Lady Macbeth è una geniale soluzione di Shakespeare che rende la figura di Lady ancora più ambigua ed inquietante. In questo modo, per lo spettatore, non è chiaro se le sue parole, pronunciate in stato di semi-incoscienza, riflettono il suo pentimento per le azioni commesse o piuttosto sono lo specchio di un animo divorato dalle contraddizioni, quasi posseduto da una forza estranea, che la conduce alla tragedia. Macbeth: la tragedia dell’ambizione. Macbeth: la volontà di potere e di predominio che divora tutto, che rende sterili, che annienta il nostro essere più umani, che toglie agli uomini e alle donne il senso del Tutto”.

 

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