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I big dell’arte italiana per la Sotheby’s milanese

Dopo Expo la famosa casa d’aste londinese ritorna nel capoluogo lombardo

MILANO  – I collezionisti e amanti dell’arte gioiscono per l’inaugurazione della casa d’aste Sotherby’s aperta in questi giorni a Palazzo Serbelloni. Sarà proprio la bella e centrale zona di corso Venezia a ospitare gli eventi d’asta nel capoluogo lombardo. Un cambiamento positivo dopo la chiusura delle storiche sale di palazzo Broggi.

SOTHEBY’S RITORNA – Una novità che in realtà è un ritorno in città per la prestigiosa casa d’aste londinese. Ad ogni modo con l’apertura riparte la stagione dell’incanto: la prima grande asta – quella tradizionale d’autunno – sarà dedicata all’arte moderna e contemporanea.  Fino a mercoledì sarà possibile ammirare le opere in vendita, molte di valore assolutamente museale, con i maggiori autori dell’arte italiana del periodo fra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta.

ALL’ASTA – Troviamo allora lo Spazialismo, l’Informale e l’Arte Povera, tra i quali spiccano gli autori più rappresentativi: da Lucio Fontana ad Alberto Burri, dal Gruppo Zero a Vincenzo Agnetti, fino ad arrivare alla Pop art di scuola romana. L’opera che fa da copertina al catalogo dell’asta è il «Concetto Spaziale, Attese» di Lucio Fontana (1968), cinque tagli verticali su uno sfondo d’un giallo acceso. L’opera, reca una scritta dietro: «Sono stato a Milano, a vedere Sergio Tosi», verrà messa all’incanto con una stima tra un 1.000.000 e 1.500.000. Lo spazialista Fontana è presente in mostra con altri 13 lavori, tra sculture in ceramiche, Teatrini e Buchi. Non mancano i grandi imitatori del maestro argentino, come dimostrano tre opere di Paolo Scheggi e Alberto Burri.

GLI ALTRI – All’incanto la Pop Art romana degli anni ’60 con lavori di Mario Schifano come “En Plain air. Quadro per la primavera” del 1964 (stima: 200-250.000 €) o Tano Festa con “Al livello del mare. Studio n. 2”. L’arte Concettuale è invece rappresentata da un feltro di Vincenzo Agnetti. L’Arte Povera dà risalto a opere come quelle di Alighiero Boetti, tra cui una “biro” del 1980 “Fregi e Sfregi” stimata 150-250.000 € e un arazzo  chiamato “Sciogliersi come neve al sole” stimato 50-70.000 €, oltre  all’opera “Tricolore” di Salvo (stima: 40-60.000 €), l’artista scomparso da pochi mesi e al quale è stato dedicato il primo lotto della vendita serale.

 

 

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