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Perché è importante avere una biblioteca all’interno di una scuola

L'insegnante Patrizia Calavitta sottolinea l’importanza di avere una biblioteca scolastica e ci illustra in che modo è possibile rendere la lettura un piacere…anche in estate

MILANO – “Chi legge si apre alle emozioni”. A sostenerlo è Patrizia Calavitta, un’attivissima maestra di italiano nella scuola primaria, responsabile digitale dell’istituto comprensivo Tiziano Terzani di Abbiategrasso. Come insegnante, Calavitta partecipa a #ioleggoperché, la grande iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura organizzata dall’AIE che quest’anno ha come obiettivo quello di realizzare una biblioteca all’interno delle scuole e delle aziende che aderiranno al progetto, a disposizione rispettivamente di alunni e lavoratori. Patrizia Calavitta, da 20 anni all’interno del mondo scolastico, sottolinea l’importanza di avere una biblioteca scolastica e ci illustra in che modo è possibile per i ragazzi rendere la lettura un piacere…anche in estate.

 

Quanto è importante per i ragazzi la presenza di una biblioteca all’interno di una scuola?

E’ assolutamente fondamentale. Purtroppo nelle scuole non è sempre presente una biblioteca. Molte insegnanti, me compresa, generalmente ricreano una biblioteca di classe, dove gli alunni possono portare libri che hanno letto e scambiarseli, e contemporaneamente le stesse insegnanti possono attingere da quelle delle rispettive case per metterli a disposizione dei propri ragazzi.

Nella mia scuola, la biblioteca era sempre in classe. Dallo scorso anno, grazie alla collaborazione di tanti genitori, abbiamo cominciato a costruire una biblioteca. E’ per questo che ho voluto partecipare al progetto di #Ioleggoperché, per cercare di incrementarla e fare in modo che ci siamo tanti libri capaci di arricchire la nostra biblioteca, alla quale i ragazzi possano accedere liberamente, nei momenti possibili, scegliendo il libro che hanno piacere di leggere.

 

Quali strategia attua per invogliare i suoi alunni a scoprire il piacere della lettura?

Generalmente, io parto da inizio anno indicando ai miei alunni un libro da leggere, per accompagnarli un po’ nella curiosità della lettura. Mi rendo conto sempre di più che questa cosa è molto positiva: nella maggior parte dei casi i ragazzi o acquistano quel libro senza che gli venga chiesto, oppure lo vanno a prendere in biblioteca, appassionandosi a quel testo.

Leggere apre la mente, e non si arriva a prendere un libro in mano insegnando l’ “ABC”, ma attraverso l’esempio che un insegnante trasmette ai suoi alunni. Anche la lettura ad alta voce è fondamentale. Avere una biblioteca a scuola è un tassello in più che contribuisce a far crescere nei ragazzi la passione per i libri.

 

Cosa fa in estate per mantenere viva questa passione per i libri tra i suoi alunni?

Abbiamo un progetto “continuità”, che cerca di mettere in collegamento tutti gli ordini di scuola. Quest’anno la commissione ha messo in atto un progetto dove è stato deciso di assegnare ai ragazzi di quinta, al posto dei classici compiti per le vacanze, un libro che si potesse poi agganciare alla prima media, come unione tra le due classi diverse.

Durante l’estate lascio liberi i ragazzi di decidere cosa leggere, indicando loro soltanto delle case editrici per indirizzarli a livello di fascia d’età, per poi far portare loro i libri che hanno scelto a scuola a settembre e fare sedute che chiamiamo “amico libro”, dove ognuno consiglia quello che ha letto all’altro. Un modo per confrontarsi e diffondere il piacere della lettura tra di loro.

 

Oltre la scuola: cosa occorre fare per educare le nuove generazioni al piacere della lettura?

Se dall’alto, ovvero da parte delle istituzioni, ci fossero degli incentivi, sarebbe più che positivo. Nonostante gli sforzi che si sta facendo oggi con “La Buona Scuola”, è la struttura di ogni singola scuola che deve essere aiutata dai genitori stessi, coinvolgendo maggiormente le famiglie come avviene in altri ambiti. Da noi alcuni genitori appassionati hanno messo a disposizione scaffali, hanno cercato l’arredo, portato libri in dono. Insieme ad iniziative importanti come #ioleggoperché, si spera di riuscire ad incrementare il numero di libri a disposizione non solo delle singole classi, ma dell’intero istituto. Dall’alto ci si aspetta tante cose, ma dobbiamo essere noi nel nostro piccolo, mattoncino dopo mattoncino, mossi dalla nostra passione a contribuire con piccole semplici azioni. Al di fuori della scuola ci sono persone che vogliono collaborare, basta coinvolgerle.

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