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Maturità 2017, le “vittime” della seconda prova

Secondo i primi sondaggi, la seconda prova di maturità ha messo in risalto una profonda differenza tra liceo classico e scientifico mettendo in difficoltà soprattutto gli studenti

MILANO – Neanche il tempo di ultimarla che la seconda prova ha generato pareri discordanti, principalmente tra gli studenti del liceo classico e dello scientifico. Già lo scorso anno era successo. Solo che, stavolta, salta all’occhio in maniera particolare. Perché se, da un lato, i ragazzi degli indirizzi di stampo umanistico (in particolare, quelli del liceo classico) sono usciti dall’aula col sorriso stampato sulle labbra, quelli alle prese con le materie tecniche si stanno ancora riprendendo. È il bilancio della seconda giornata della maturità 2017, confermato dall’instant poll di Skuola.

LICEO CLASSICO VS LICEO SCIENTIFICO – Seneca sarà benedetto per tutta la vita dagli studenti del classico: il 44% di quelli che si sono dovuti cimentare con la versione di latino hanno valutato più semplice del previsto la traccia della seconda prova; solo il 21% ha trovato qualche insidia di troppo nel brano proposto. Un dato che stride con le risposte date dai ragazzi degli altri indirizzi: in media, infatti, il 45% dei maturandi ha ritenuto particolarmente difficili le tracce. A far lievitare il numero degli insoddisfatti soprattutto gli studenti del liceo scientifico (il 48% le ha giudicate negativamente) e quelli degli istituti tecnici (dove il tasso di scontenti sale addirittura al 54%). Mentre negli altri licei si tira un sospiro di sollievo: in generale, il 21% degli studenti dei licei artistico, linguistico e delle scienze umane – tutte materie di stampo umanistico – si sarebbe aspettato tracce più ostiche.

INCUBO MATEMATICO – È facile immaginare che la bicicletta con le ruote quadrate – protagonista di uno dei problemi di matematica – popolerà gli incubi dei liceali ‘scientifici’ per un bel po’ di tempo. Anche perché ha costretto molti di loro a studiare sistemi alternativi per risolvere la prova. Senza quel 35% che ha ammesso di aver attinto da altre fonti per avere le soluzioni (usando soprattutto i cari e vecchi foglietti), il tasso di copioni sarebbe stato ancora più basso. Ma, nonostante tutto, i numeri non si discostano dalla tradizione: il 71% dei maturandi ha detto di non aver avuto bisogno di aiutini, dato perfettamente in linea con quello del 2016. A parte il caso dello scientifico, negli altri indirizzi la metà dei copioni si è affidata comunque al classico aiuto da parte del compagno di banco, gli altri si sono divisi in egual misura tra foglietti e smartphone.

Purtroppo, però, la bici a ruote quadrate oggi e la poesia di Caproni ieri sono l’emblema di un fatto lampante: quanto viene richiesto all’esame non rispecchia quanto svolto in classe durante l’anno. Per 1 su 4 la prova non aveva nulla a che spartire con i 5 anni di studio precedenti, per poco meno della metà solo parzialmente e solo 1 su 3 certifica la piena rispondenza.

 

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