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Insegnanti fuori sede, perché in molti non torneranno a casa per Natale

Molti insegnanti e ATA fuori sede che provengono dalle regioni meridionali saranno costretti a trascorrere il Natale lontani dai propri cari a causa degli alti prezzi dei voli e di uno stipendio non sufficiente

Diritto alla famiglia negato per molti lavoratori del Sud che lavorano al Nord. Per loro tornare in famiglia per le feste natalizie diventa sempre più difficile a causa dei prezzi elevati dei biglietti aerei nelle principali tratte del territorio. Fra loro ci sono anche gli insegnanti e gli ATA fuori sede che provengono dalle regioni meridionali, costretti a lavorare fuori sede a causa dei vincoli della mobilità.

Le problematiche degli insegnanti

Le tratte principali tipiche del rientro di fine anno, da Roma, Milano e Torino verso la Sicilia hanno raggiunto già prezzi esorbitanti. Su Repubblica è stato simulata la prenotazione di un volo Milano-Palermo senza scali con partenza il 23 dicembre e ritorno il 7 gennaio: il costo raggiunge i 373,99 euro a persona. Per spendere meno di 200 euro, l’alternativa è addirittura quella di prevedere scali a Tolosa o a Budapest. Da Milano a Catania, nelle stesse date senza scali, il costo è di 338,08 euro a testa. Anche in questo caso l’opzione più economica, a 114 euro, prevede di passare una notte a Budapest arrivando a destinazione la sera del 24 dicembre.

Problematiche economiche dovute alle spese che gli insegnanti fuori sede sono costretti a sostenere durante tutto l’anno, arrivando a spendere fino a 1.200 euro al mese per le spese ordinarie (affitto o mutuo, trasporti, utenze, spese alimentari), a fronte di uno stipendio che spesso non è sufficiente.

L’indagine di Orizzonte Scuola

Il fatto che quest’anno diverse migliaia di docenti e Ata che lavorano al Nord rinunceranno a tornare al Sud per le feste di Natale è confermato sa un’indagine di Orizzonte Scuola, dalla quale emerge che per essi tornare in famiglia per le feste natalizie sarà difficile “a causa dei prezzi elevati dei biglietti aerei nelle principali tratte del territorio. E se alcuni decidono di faticare con treni e viaggi in auto, molti invece preferiscono rinunciare”. Il costo di un viaggio di andata, ad esempio verso la Sicilia, difficilmente si trova adesso sotto i 400 euro.

Per questo l’ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) ha ribadito la richiesta di cambiare le regole sulla mobilità, con l’abolizione dei vincoli incostituzionali che ad oggi negano il diritto alla famiglia. “Negare il diritto alla famiglia in cambio di una continuità didattica tutta da dimostrare e lasciando i precari della scuola con stipendi da fame, privi di indennità che in altri comparti di lavoro sono concessi, è una condizione non più tollerabile, contro la quale stiamo agendo su più fronti, ad iniziare da appositi emendamenti nella Legge di Bilancio fino alla possibilità di ricorrere al giudice con l’azione legale affidata a legali individuati dallo stesso sindacato autonomo”.

 

 

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