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”Oceano Mare” di Alessandro Baricco, un intreccio di emozioni e sensazioni

Pubblichiamo la recensione di Mariapia Crisafulli per la sua analisi puntuale e precisa
 
Oceano mare è senz’altro uno dei romanzi più conosciuti e apprezzati di Alessandro Baricco, forse il più poetico e sognante. È suddiviso in tre libri: Locanda Almayer, Il ventre del mare e I canti del ritorno. La particolarità di questo romanzo, reperibile anche in altri scritti di Baricco, seppur marginalmente, è lo stile: Oceano mare è, infatti, un mix di emozioni e sensazioni, scandite da dialoghi, scenari e immagini che quasi si proiettano nella mente di chi si immerge nell’ammaliante lettura.
 
Nel testo, come in una sorta di dipinto surrealista, si possono scrutare tutti gli aspetti e le mille sfumature di una realtà immaginaria che sta alla base della storia, grazie alle dettagliate e allusive descrizioni di luoghi e personaggi. Non vi è una trama lineare, definita, nel racconto è presente un continuo intreccio di storie di persone molto diverse tra loro, ma accomunate dalla ricerca, inizialmente espressa mediante paure, aspirazioni, pene da espiare, vendette e sensi di colpa, di se stessi. Il tutto in un ambiente a dir poco surreale e magico: la locanda Almayer, situata in una fantomatica spiaggia a due passi dal mare, il vero protagonista nonché autore della storia.
 
Alla locanda, un ostello gestito da bambini molto particolari dotati di immensa “empatia”, si ritroveranno diversi personaggi: Plasson, ambizioso pittore che dipinge i suoi quadri esclusivamente con l’acqua salata, passando intere giornate sulla riva, con il pennello in mano, alla ricerca degli occhi del mare: le navi; il Professor Bartleboom, ideatore di un’enciclopedia sui limiti, volenteroso di studiare i confini del mare per arricchire la sua opera. Egli, inoltre, scrive puntualmente anche delle lettere d’amore in cui descrive le sue giornate, per poi racchiuderle in un cofanetto di mogano da consegnare alla donna che, un giorno, conquisterà il suo cuore, così da poter dirle solennemente la fatidica frase che si prepara da anni: “ ti aspettavo”; Elisewin, aristocratica ragazza ipersensibile, che ritroverà nel mare l’ultima speranza di guarigione dalle sue innumerevoli paure.
 
Alla fine, riuscirà a contrastarle grazie all’amore; lei è accompagnata dal suo tutore Padre Pucle, un bizzarro sacerdote continuamente in dubbio sulla sua vocazione e autore di strane preghiere; Madame Deviera, fedifraga mandata alla locanda dal marito, affinché “guarisca” dall’adulterio; Adams, un uomo molto emblematico, il cui vero nome è Thomas, marinaio assetato di vendetta per la morte dell’amata.
 
Ha vissuto una drammatica esperienza: egli, infatti, è un superstite del naufragio del’Allance, dal quale si salvarono, su una zattera degli orrori, solo quindici uomini; per finire c’è un ospite anonimo che non esce mai dalla sua stanza, di cui nessuno conosce l’identità: trattasi di Savigny, un medico anch’esso sopravvissuto al naufragio che, a sorpresa, si rivelerà essere l’amante di madame Devarie e l’assassino di Térèse, la fidanzata di Thomas.
 
La narrazione termina con degli eclatanti e inaspettati colpi di scena, e con il ritorno dei protagonisti, adesso più consapevoli di sé, alla loro realtà, mentre la locanda Almayer si dissolve nell’aria come non fosse mai esistita, trascinandosi dietro le vicende di quegli uomini figli e martiri del mare, un mare che alla fine, nel bene e nel male, aveva restituito ciò che aveva tolto, e donato ciò che non aveva ancora concesso.
 
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