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Non strumentalizziamo l’uso del corpo femminile sui social network

Un altro caso di vita intima e privata "rubata" con una donna protagonista sta spopolando sui social. Censuriamo certi tipi di comportamenti, prima di rovinare altre vite

MILANO – Ancora un’itrusione social nella sfera intima di una persona, con conseguenti facili battute di scherno verso la diretta protagonista. Dopo il  dramma di Tiziana C., la ragazza che si è suicidata per un suo video hard diventato virale prima su Whatsapp e poi sui social network, un altro caso di vita intima e privata “rubata” sta spopolando sui social. Stavolta la protagonista è un personaggio noto della televisione: si tratta di Diletta Leotta, giornalista sportiva di Sky.

 

L’USO DEL CORPO FEMMINILE – Sono sette le foto “hackerate” che ritraggono il celebre volto di Sky in pose private ed intime. Immagini evidentemente destinate a restare private e invece finite in rete, scatti scaricabili con un semplice tweet e da diversi siti internet. Il popolo della rete si divide tra gli indignati, ancora scossi per la vicenda della ragazza napoletana suicida per un caso analogo, e gli esaltati, principalmente uomini attirati dalle forme della bella conduttrice. Tra ipocrisia e falsi pentiti, ciò che fa riflettere è il fatto che ancora una volta il corpo femminile viene messo alla mercé di tutti, senza quel pudore e quell’etica che dovrebbe riguardare tutti, da chi ottiene illegalmente certe foto a chi le esalta, le diffonde e le commenta in modo poco signorevole.

 

LA DERIVA DEI SOCIAL NETWORK – Un caso che ci fa riflettere anche sull’uso potenzialmente pericoloso che si fa dei social network, non più baluardi di democrazia e libertà di pensiero, ma casse di risonanza capaci di deformare, ingigantire anche una piccola cosa come un capricccio, un’intimità vissuta sopra le righe che, quando diventa patrimonio pubblico, non è più gestibile, dando vita a commenti ed interazioni che sfociano in certi casi nell’animalesco. Riflettiamo sull’uso che facciamo noi stessi dei nostri profili social e, di fronte alla diffusione di immagini intime di persone, siano esse famose o non, fermiamoci e censuriamo certi tipi di comportamenti, prima di rovinare altre vite.

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