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Le “Advancing Women” che salvano l’arte delle donne

L'AWA si impegna da dieci anni nel far riscoprire le "artiste invisibili" dal 1500 a oggi

MILANO – Advancing Women Artists Foundation, l’associazione no profit fondata dalla filantropa e scrittrice americana Jane Fortune, si occupa di salvare le opere d’arte realizzate da donne. Il Corriere ha pubblicato un reportage che raccoglie l’operato di queste professioniste che si preoccupano di donne di cui non si sa quasi nulla. Tutto è partito da suor Plautilla Nelli, la prima pittrice fiorentina della storia, il cui talento fu celebrato anche dal cronista Giorgio Vasari: “Avrebbe fatto cose maravigliose, se come fanno gl’uomini, avesse avuto commodo di studiare e di attendere al disegno e ritrarre cose vive e naturali”.

A FIRENZE – A Firenze, l’AWA si impegna da dieci anni nel far riscoprire le “artiste invisibili”, dal 1500 a oggi, per far conoscere il talento di artiste condannate all’anonimato. Dipinti e sculture di artiste rivoluzionarie che sono state trascurate per secoli tanto che molte opere sono attualmente in disperato bisogno di restauro. Ancora oggi, interessanti tesori artistici continuano ad essere una parte sconosciuta e silenziosa del patrimonio creativo della città toscana. Qual è l’obiettivo dell’Awa? Attraverso l’educazione (lezioni, libri, seminari e conferenze) ed esibendo questi lavori a Firenze e all’estero, sarà possibile mostrare questa eredità culturale e la sua importanza in Italia e nel mondo.

PLAUTILLA NELLI – E’ da lei che è partita l’impresa culturale, da questa suora, Plautilla Nelli, la prima pittrice fiorentina della storia. E’ il 2006 l’anno giusto, quello in cui viene finanziato il restauro del suo Compianto con i santi,  che, nel corso dei secoli di abbandono, aveva bisogno di riparazioni importanti. Ad oggi, sono diverse le opere dell’artista fiorentina in corso di restauro ma anche altre opere importanti, come la Madonna del Sacco di Irene Parenti Duclos (1754-1795), due monumenti funebri di Fèlicie de Fauveau (1801-1886)), uno dei quali si trova nella basilica di Santa Croce, un dipinto prezioso di Artemisia Gentileschi e un quadro di Elisabeth Chaplin.

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