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Cambiare e investire nel sociale per combattere il populismo

E’ opinione ormai consolidata, rilanciata dai media, da autorevoli giornalisti, da ferventi intellettuali e da molti politici: in Europa sta per esplodere il rischio del populismo

MILANO – E’ opinione ormai consolidata, rilanciata dai media, da autorevoli giornalisti, da ferventi intellettuali e da molti politici: in Europa sta per esplodere il rischio del populismo. Un rischio che coinvolge anche l’Italia. L’affermazione dei 5 stelle, della Lega e di altri movimenti a forte connotazione territoriale sono l’esempio più concreto. Non dimentichiamo che la politica come era interpretata prima non riesce più ad entusiasmare i cittadini. Molti dei principali comuni italiani arrivano da liste civiche e non più da parte dei grandi partiti storici.

Per capire il fenomeno basta guardare la storia e comprendere facilmente che le élite del vecchio Continente, attraverso i loro errori, stanno contribuendo perché questo avvenga. Il populismo si afferma quando la gente percepisce un generale malcontento nei riguardi di chi li governa, soprattutto se è in corso una crisi economica e soprattutto il popolo, tra questi soprattutto il ceto medio, ha la percezione che chi li guida ne sia la causa.

IL CASO TRUMP – Le elezioni americane e l’ascesa alla Presidenza USA di Donald Trump dovrebbero essere il manifesto concreto di quanto stiamo affermando. Gli Stati Uniti malgrado le grandi motivazioni sociali date dalla Presidenza di Barack Obama, con i suoi interventi e con il suo carisma, in realtà vivono un grande malessere in termini di sicurezza. Non solo, malgrado la riduzione della disoccupazione, molta parte della popolazione non ha più la percezione di vivere il “sogno americano”, il benessere e la possibilità di poter realizzare i propri sogni. Da non trascurare il fatto che l’economia USA, così come quella europea, soffre pesantemente la concorrenza asiatica e soprattutto cinese.

IL POPULISMO SECONDO L’ENCICLOPEDIA TRECCANI – L’enciclopedia Treccani spiega chiaramente cosa s’intende per populismo. In origine per populismo si intendeva un movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra l’ultimo quarto del sec. 19° e gli inizî del sec. 20° che si proponeva di raggiungere, attraverso l’attività di propaganda e proselitismo svolta dagli intellettuali presso il popolo e con una diretta azione rivoluzionaria, un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, dai contadini ai servi della gleba. Successivamente, per estensione, populismo è venuto a significare un atteggiamento ideologico, sulla base di principi e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. Negli ultimi tempi, invece, per populismo si intende una forma di prassi politica, tipica di paesi in via di rapido sviluppo dall’economia agricola a quella industriale, caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici che possono così più agevolmente controllare e far progredire i processi di industrializzazione.

QUANDO IL PERICOLO E’ SEMPRE DIETRO L’ANGOLO – Quest’ultima definizione di populismo è in generale ciò che i media e la politica indicano come il vero problema che si sta affermando in molti Paesi d’Europa adesso anche negli USA, grazie all’ascesa di Trump. Ma a pensarci bene cosa sta facendo l’Europa per cambiare questo stato di cose. La gestione degli immigrati e della sicurezza nazionale dei vari paesi ne sono l’espressione più eloquente. I fatti che hanno coinvolto la Francia e il Belgio, così come anche il Regno Unito e la Germania vittime di gesti folli da parte di terroristi più o meno organizzati hanno mandato in tilt le forze di sicurezza dell’intero continente. I cittadini non si sentono più sicuri di vivere la propria vita in modo normale, il pericolo è sempre dietro l’angolo.

AFFOSSARE IL CETO MEDIO PUR DI SALVAGUARDARE IL SISTEMA BANCARIO – L’austerità economica dovuta alla grande crisi dei mercati e alla globalizzazione produttiva che ha avvantaggiato i paesi asiatici, hanno stroncato il benessere del ceto medio di diversi Paesi europei, facendo alzare l’indice di povertà in molti stati del Vecchio Continente. Non solo, la percezione per gran parte della popolazione del pericolo immigrati. La paura di veder costruiti vicino alle proprie case centri di accoglienza che poco hanno a che fare con la stessa percezione di civiltà. Da non trascurare la mancata applicazione di una politica economica fortemente orientata al sociale. Il punto primario, seppur legittimo, di salvaguardare il sistema bancario e finanziario hanno sicuramente messo in difficoltà i cittadini, vittime di una situazione di grande sofferenza economica. Bastava guardare alla Storia per comprendere che condizioni simili hanno generato la nascita dei regimi totalitari del secolo scorso. L’Italia di Mussolini, la Spagna di Franco, la Germania di Hitler, la Russia di Lenin. Quando la gente sta male il leader carismatico e lo stato sociale diventano la risposta immediata alla crisi.

La politica tradizionale molte volte è presa molto più a salvaguardare le proprie posizioni ideologiche o peggio i propri interessi di parte, anziché pensare ai cittadini, ai loro elettori. Gli Usa con Donald Trump sono l’esempio tangibile. Peggio ancora gli uomini e donne che dovrebbero garantire un’informazione al servizio dei cittadini, in realtà sembrano lasciarsi trasportare e guidare da ciò che è interesse delle élite. Pertanto, se vogliamo combattere i regimi autoritari, affermare la tolleranza tra i popoli e la difesa dei più deboli non dobbiamo seguire la linea americana. L’Italia ha a sua disposizione un’opportunità unica. Bisogna investire immediatamente per salvare il Sud d’Italia rilanciandolo dal punto di vista turistico. Bisogna risanare il territorio territorio e tutelare il territorio in tutte quelle zone a rischio. E’ nostro dovere rilanciare il Patrimonio artistico e culturale italiano, un patrimonio unico al Mondo. I tempi del rilancio industriale con la concorrenza produttiva dei Paesi in via di sviluppo e/o asiatici non sono ormai perseguibili.

E’ arrivato il tempo di cambiare modo di pensare, altrimenti il nemico POPOLO è ormai in arrivo.

Liquid Thinker

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