MILANO – Il rapporto dell’Ocse Piaac sulle competenze linguistiche dei 16 – 65 italiani è davvero preoccupante. Da salvare è soltanto un dato: gli analfabeti nel mondo, ovvero coloro che non sanno leggere o scrivere, non esistono quasi più. Chi non sa leggere né scrivere possiede comunque la conoscenza base di alcune frasi o parole. Purtroppo però in Italia la percentuali di analfabeti arriva ancora al 28 per cento.
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DATI PREOCCUPANTI – In Italia l’analfabetismo è ancora una realtà e riguarda il 28 per cento della popolazione. Secondo i dati del 2013 soltanto la Spagna tra i 24 Paesi che aderiscono al programma Ocse-Piaac è messa peggio di noi. Anche se negli Stati Uniti, che hanno una percentuale minore di analfabeti il livello di lettura e di comprensione è più basso che in Italia.
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LE COMPETENZE NECESSARIE – Dai vari studi Piaac emerge come uno degli handicap maggiori, non solo per trovare lavoro, ma nella vita di tutti i giorni, è proprio l’incapacità di comprendere ed esprimersi. Lo studio ci dice che il 28 per cento degli italiani è escluso da qualsiasi attività sociale e di partecipazione, anche alla vita politica. Questo nuovo studio diventa un campanello di allarme sopratutto per le politiche di educazione anche per gli adulti, troppo spesso dimenticate nei programmi ministeriali e nelle richieste di finanziamento. I dati sottolineano, come era da immaginarsi, che sono gli anziani ad essere rappresentati da gran parte di questa percentuale. Che cosa si può fare per invertire questa tendenza? I principali obiettivi di critica sono state le politiche del governo, poco attente alle politiche di educazione degli adulti.
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