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Allarme Unesco, il clima impazzito minaccia il Patrimonio dell’Umanità

Per l’agenzia Onu, entro il 2030, il cambiamento climatico metterà in pericolo 31 siti

MILANO – Il cambiamento climatico sta rapidamente diventando uno dei rischi più significativi per i siti del Patrimonio dell’Umanità, questo secondo il rapporto “Patrimonio Mondiale e il turismo in un clima che cambia”, pubblicato oggi dall’Unesco, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e l’Union of Concerned Scientists (UCS). Lo squilibrio degli ecosistemi, il riscaldamento globale e il turismo di massa stanno mettendo gravemente in pericolo il patrimonio artistico mondiale. 

IL NUOVO RAPPORTO – Il nuovo rapporto elenca 31 siti naturali e culturali, in 29 paesi differenti, che sono ora più vulnerabili, soprattutto con l’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento del livello dei mari, la siccità e l’instabilità delle stagioni. Tra i luoghi più a rischio si segnalano: Venezia, le isole Galapagos, Stonehenge, la Statua della Libertà e Yellowstone. 

I RISCHI – “Il cambiamento climatico sta influenzando siti del Patrimonio Mondiale in tutto il mondo”, ha detto uno degli autori dello studio Adam Markham, vice direttore del Programma Clima ed Energia presso l’UCS, in un comunicato stampa. “Molte delle più importanti barriere coralline del mondo, anche nelle isole della Nuova Caledonia nel Pacifico occidentale, hanno subito lo sbiancamento dei coralli senza precedenti legati ai cambiamenti climatici di quest’anno.”

GLOBAL WARMING – Il rapporto avverte che questi effetti potrebbero gravemente sminuire il valore dei siti protetti, in sostanza, rovinandoli per le generazioni future. Colpa del riscaldamento globale; la temperatura del nostro pianeta è aumentata di 1°C dall’era pre-industriale, con un’impennata a partire dagli anni ’50 e senza fermarsi; nell’atmosfera si registra oggi la concentrazione di CO2 più alta degli ultimi 800mila anni. Per gli scienziati non c’è alcun dubbio: “Il cambiamento climatico sta diventando uno dei maggiori rischi per i siti Patrimonio dell’Umanità in tutto il mondo”.

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