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Zerocalcare, “‘La profezia dell’armadillo’ è il fumetto a cui sono più legato”

Cinque anni e 100.000 copie fa usciva per Bao Publishing "La profezia dell'armadillo" di Zerocalcare, autopubblicato l'anno precedente

MILANO – Cinque anni e 100.000 copie fa usciva per Bao Publishing “La profezia dell’armadillo“, autopubblicato l’anno precedente in 500 copie. Per festeggiare il traguardo, Bao, che ha portato Zerocalcare (uno dei più importanti e amati fumettisti italiani di oggi) nella grande editoria, ha realizzato insieme al fumettista un’edizione speciale dell’opera, contenente una prefazione introduttiva di dodici pagine che fa il punto sul tempo che è passato. Si tratta di una stampa in grande formato cartonato, nella versione originale in bianco e nero retinato. Ieri a Milano, alla Feltrinelli di Piazza Piemonte, si è tenuta la prima presentazione davanti a centinaia di persone.

SBARCARE IL LUNARIO – “Prima di firmare con la Bao avevo due mesi di autonomia – ha raccontato Zerocalcare – avevo praticamente finito tutti i soldi e stavo per tornare a casa da mia madre”. Tante cose sono cambiate da allora. Per esempio, non paga più un affitto ma un mutuo e non deve più andare a ritirare lui stesso le copie in stamperia. “La profezia dell’armadillo”, ha raccontato ieri, è il libro al quale è più legato, anche se, sfogliandolo, si rende conto di quanto la situazione fosse diversa quando l’ha scritto. “All’epoca avevo poco più di venticinque anni, i miei amici che avevano fatto l’università stavano per finire di studiare e cominciavano a rendersi conto che le aspettative traballavano – ricorda Zerocalcare – chi invece come me e Secco (un amico del fumettista, sempre presente nelle sue storie, ndr) non ha fatto l’università viveva già una sorta di delusione. I risultati sperati non arrivavano e ci sentivamo traditi”.

ASPETTATIVE E RISULTATI – Oggi, invece, una collocazione Zerocalcare l’ha trovata ma vede intorno a sé che tanti si sono abituati alla delusione, cosa che all’epoca non succedeva. “Però sogno ancora di andare a lavorare alle poste”, ha raccontato, pensando alla serenità che potrebbe offrirgli un lavoro del genere. “La profezia dell’armadillo” raccoglie storie di poche tavole l’una, per lo più autoconclusive ma che, messe una accanto all’altra, compongono una storia unitaria. Una storia che parte dal momento in cui Zerocalcare viene a sapere della morte di Camille, sua vecchia amica e primo grande amore. Vari sono i flashback adolescenziali che raccontano la storia della loro amicizia.

L’ARMADILLO – L’opera contiene inoltre la prima apparizione di una miriade di personaggi ormai entrati nei cuori di tanti lettori, come gli amici Secco e Greta, Lady Cocca e il Signor Ping (rappresentazioni di sua madre e suo padre), e dell’amico Armadillo, un personaggio immaginario che rappresenta le sue paure e le sue inquietudini. “Ho creato l’armadillo perché mi serviva un personaggio con cui dialogare, dato che gran parte delle storie si svolgevano all’interno della mia stanza”. “L’armadillo è l’animale sociopatico per eccellenza – ha risposto Zerocalcare quando dal pubblico gli è stato chiesto perché avesse dato alla sua interiorità proprio l’aspetto dell’armadillo – avevo letto un libro di Lansdale in cui Leonard salvava un armadillo, un animale tanto piccolo quanto forte”. Scherzando, ha aggiunto che gli veniva facile disegnarlo.

IL NUOVO LAVORO – Anche se, come dicevamo, la situazione è diversa, gli “accolli” non sono diminuiti, anzi. Oltre a collaborare con diverse testate, sta lavorando al nuovo libro, che racconterà quale fine hanno fatto oggi i personaggi che abbiamo conosciuto nei vari fumetti. Secco, per esempio, fa l’insegnante e ha un nuovo punto di vista sulla vita. “Parlo sempre di quello che mi fa rosicare”, ha raccontato l’autore. “e ‘La mia vita disegnata male‘ di Gipi mi ha fatto venire la voglia di raccontare storie del quotidiano. Ho sempre raccontato le cose dolorose, quelle che mi hanno scosso più nel profondo, come la morte di mia nonna e di Camille e la questione curda”.

 

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