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Vittorino Andreoli, “Nel mio libro racconto Gesù visto da grandi autori, da Hegel a Papa Francesco”

Il celebre psichiatra ha presentato nell'ambito del Festival "Anteprime e non solo" a Pietrasanta il suo ultimo libro "I tredici Gesù"

PIETRASANTA – Lo psichiatra Vittorino Andreoli ha presentato nell’ambito del Festival “Anteprime e non solo” a Pietrasanta “I tredici Gesù“, Edizioni Piemme, la sua ultima fatica che torna su un personaggio di cui cerca di recuperare la sua dimensione umana di personaggio storico, la sua modernità oltre quella rappresentazione divina che, secondo Andreoli, è solo un aspetto della sua figura.

 

Come si può analizzare una figura di oltre duemila anni fa per uno studioso come Lei?

Ci tengo a precisare in questi casi che non ho cambiato mestiere e non mi metto a fare lo storico. Sono uno psichiatra e cerco di applicare le tecniche della mia professione anche a personaggi che sono ormai morti, cercando di entrare in relazione con loro attraverso l’analisi di ciò che hanno fatto. Si chiama ‘psichiatria della storia’, un tipo di approccio che ritroviamo anche in Freud che analizza due famosi casi che sono entrati a far parte della letteratura di persone che non aveva mai conosciuto e che aveva analizzato attraverso i loro scritti e le lettere. Io ho affinato una metodologia che mi ha consentito di studiare dal punto di vista psichiatrico vari personaggi tra cui  Hitler e Stalin per fare due nomi. Poi seppure io sia un non credente, sono stato affascinato dalla figura di Gesù.

 

Quali sono le conclusioni di questo suo lavoro?

Tre studiosi francesi del secolo scorso rappresentano Gesù come un pazzo. La mia analisi leggendo tutti i documenti è che non lo sia. Se oggi il figlio di Dio venisse a Verona, la mia città, magari il progetto mi chiederebbe una analisi su di lui ed io concluderei che non è un folle perché non ha quelle caratteristiche che lo rendono tale: Gesù dice che anche i miracoli sono fatti da chi crede in essi. Non c’è sfoggio dell’evento miracoloso. Il miracolo sta nella fede in Gesù. Vedo in Lui i caratteri dell’equilibrio dell’uomo.

 

Perché un non credente rimane affascinato da questa figura?

Mi ha colpito la sua umanità perché il mio lavoro è uno studio dell’uomo, di ogni uomo ed in questo caso dell’Uomo con la U maiuscola. I non credenti non hanno avuto l’esperienza di Dio, ma accettano la possibilità che un giorno potrebbero averla. Devo ringraziare il mio editore, Piemme, che ha una origine di casa editrice religiosa, che oggi edita ad esempio le opere di Papa Francesco, che ha accettato di pubblicare un’opera che parla di Gesù dal punto di vista di un non credente, ritenendo possibile che si potesse studiare la Sua figura nella sua dimensione umana. Un mio conterraneo di Verona Romano Guardini nella sua opera ‘Il signore’ dice che non è possibile studiare Gesù come uomo, perché lui era Dio. Io non credo che sia così: io parlo dell’Uomo, partendo dalla sua esistenza terrena.

 

Qual è l’approccio per parlare di Gesù?

Racconto tredici storie di Gesù scritte da grandi autori partendo da Hegel e arrivando a Papa Francesco, attraverso Papini, Schweitzer, Guitto, Maritain fino a Papa Ratzinger. Tutti hanno scritto una loro storia sul Figlio di Dio, tutti meno quest’ultimo. Credo che quella di oggi sia una situazione nuova in quanto abbiamo due papi, l’uno Ratzinger oggi a riposo, che ha scritto molto su Gesù e l’altro Francesco che non ha scritto niente su di lui, ma che lo evoca continuamente.

 

Due papi molto diversi e due Gesù diversi?

Papa Ratzinger è uno studioso molto attento, che conosce le Scritture e che ci lascia una immagine teologica molto consistente di chi fosse il figlio di Dio. Ratzinger arriva alla conclusione che il Nuovo Testamento, i Vangeli, che narrano la storia di Gesù, sia  il compiersi di ciò che era stato scritto nel Vecchio Testamento, ovvero nella Bibbia: con una espressione davvero pregante scrive che l’Antico Testamento è la Parola in attesa, ovvero ad esempio che la strage degli innocenti, per citare un episodio dei Vangeli, è il compiersi di un passo del profeta Isaia.

 

E Papa Francesco?

Papa Francesco non ha scritto niente su di Lui, ma lo mostra ogni giorno. Forse è questa la grandezza di questo Papa, che ci restituisce un Gesù di sangue e che ci parla molto più di Lui di quanto non abbia fatto il suo predecessore che pure ha scritto molto su questa figura. Io sostengo un Gesù come un grande Uomo della storia contemporanea nella sua biologia di uomo.

 

Michele Morabito

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