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Valeria Parrella, “Non è mai tardi per denunciare una molestia sessuale”

L'autrice, tra le voci protagoniste di Scrittorincittà, parla del suo libro e del tema di stretta attualità che in questo periodo vede diverse donne denunciare le avances subite in passato

MILANO – Stiamo vivendo una grande liberazione sentimentale ed affettiva da parte delle donne, le quali finalmente hanno il coraggio di denunciare ciò che hanno subito e dire che non vogliono essere considerate oggetti sessuali. e’ questo l’opinione della scrittrice Valeria Parrella, autrice dell’ “Enciclopedia della donna. Aggiornamento” e tra le voci protagoniste di Scrittorincittà, in programma a Cuneo fino al 20 novembre. L’abbiamo intervistata per parlare del suo libro e del tema di stretta attualità che in questo periodo vede diverse donne, dello spettacolo e non, denunciare le avances subite in passato.

 

Perché questo aggiornamento dell’Enciclopedia della Donna?

La “scusa” è stato il regalo da parte di mia zia di questa Enciclopedia della Donna. Un libro che mi ha appassionato con le sue descrizioni, gli acquarelli, e che quindi valeva la pena di riprendere in mano. Era da tempo che pensavo alla condizione femminile in maniera più strutturata, e mi sono resa conto che il corpo è il discrimine di tutto. Nell’enciclopedia mancava “il centro” del corpo femminile, perché quella era negli anni Sessanta l’immagine che passava. Da ciò probabilmente dipende una parte dei problemi che abbiamo nel mondo occidentale.

 

A proposito di questi problemi, cosa viene negato oggi alle donne?

Alle donne oggi non manca la libertà, ma la possibilità strutturale di esercitarla; sappiamo che quando una donna riceve una molestia sessuale è colpa dell’uomo e non siamo noi ad averlo provocato, ma ancora oggi nelle sentenze c’è scritto che se avevi i jeans elasticizzati ciò vuol dire che eri consenziente, oppure che nel periodo della maternità non bastano tre mesi di congedo per l’allattamento, ma almeno sei, ma nonostante ciò ci riammettono forzatamente a lavoro.

 

La sessualità femminile è un tema di stretta attualità oggi. Che idea ti sei fatta della serie di denunce che sono state fatte da alcune donne dello spettacolo nelle ultime settimane?

Stiamo vivendo una grande liberazione sentimentale ed affettiva da parte delle donne, le quali finalmente hanno il coraggio di dire che non vogliono essere considerate oggetti sessuali. Il processo mediatico è l’unico che funziona in questi casi, visto che a livello legislativo c’è una forte carenza. E’ un problema di costume: la molestia, l’occhiatina, la battutina non dovrebbero mai esserci, soprattutto in un rapporto non paritario, da parte di chi ha un potere nel campo in cui ci si vuole far strada. E’ arrivato il momento di capire che le avances sono una mancanza di rispetto, anche se non esiste ancora una legislazione che le condanni. E’ doloroso leggere tutte queste denunce da parte delle donne, sia dello spettacolo che ragazze comuni. Quando tutto questo sarà passato, potremmo vivere tutti più tranquilli. Non è mai tardi per denunciare certe cose: ognuno lo fa quando se lo sente, ed è bello che oggi tutte queste donne si siano fatte forza tra di loro, quasi come fosse un dovere morale.

 

Infine, ti chiediamo quali sono i libri che non possono mancare nella libreria di una donna…

Gli stessi che non possono mancare nella libreria di un uomo:  Jane Eyre di Charlotte Bronte, Resurrezione di Lev Tolstoj, Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese.

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