MILANO – Il luogo in cui sono state trovate 38 pagine inedite di Giacomo Leopardi, è la Biblioteca Nazionale di Napoli. Dietro la scoperta del corpus di manoscritti ci sono gli studiosi Marcello Andria e Paola Zito che, dopo instancabili anni di ricerca, hanno pubblicato il materiale nel libro Leopardi bibliografo dell’antico (Aracne)
Annotazioni bibliografiche
Si tratta di un elenco di 557 annotazioni bibliografiche aggregate per lettera, in approssimativo ordine alfabetico, spiega il Corriere. E’ nella biblioteca paterna he Leopardi fin da giovanissimo, prende nota di tutti i testi che vorrebbe leggere, aggiungendo dei commenti personali e critici che sembrano quasi unaconversazione tra il poeta e quei libri.
Il percoro individuale all’insegna dell’ansia
Sempre al Corriere la curatrice Paola Zito affermando: “L’elenco racconta il momento in cui Giacomo inizia ad assere infelice nella “dipinta gabbia” della pur ricchissima biblioteca paterna. Al giovane filologo non bastavano più cinquecentine e vecchi commentari. Voleva l’avanguardia della filologia, aveva bisogno di leggere Epicuro e Omero nelle più recenti edizioni. Esplode il conflitto con il padre che finora è stato regista della sua vita anche intellettuale. Qui le due strade si dividono. Siamo di fronte a una svolta irreversibile. Inizia il suo percorso individuale all’insegna dell’ansia. Ritiene di non essere aggiornato, di avere un enorme arretrato e viene invaso dall’ansia di recuperare. È il sentimento del bibliografo consapevole della non esaustività del suo lavoro. Vuole leggere studi critici di respiro europeo, testi che, come scrive riferendosi all’attimo della stampa, “gemevano sotto i torchi…”