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Sergio Staino ci racconta il suo Bobo: “Alla ricerca della pecora Fassina”

L’intervista al celebre vignettista che presenta il suo ultimo lavoro: un romanzo a fumettI

TORINO – Sergio Staino, il celebre vignettista inventore di Bobo, ha appena pubblicato un libro “per compagni incazzati, stanchi, smarriti ma sempre compagni”. Si chiama “Alla ricerca della pecora Fassina” (edizioni Giunti) ed è la metafora della vita e della politica contemporanea, perché, come dichiara Staino “Ci sono tante pecore Fassina, cioè belle persone ma incapaci dal punto di vista politico”. Nell’intervista scopriamo Bobo-Staino, le sue parabole, i suoi sogni e le preoccupazioni per il futuro.

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Come è nata l’idea di questo libro?

Non è nata come idea di libro ma come strisce da pubblicare sulle pagine interne de l’Unità. La prima non mi bastava per raccontare i drammi, le delusioni, i fatti della sinistra e dell’Italia contemporanea. Allora ho preso questo spazio, da giugno a novembre ho raccontato il viaggio di Bobo in mezzo alla politica, non solo Pd, ci sono i grillini, gli alfaniani, i leghisti…

 

Viste le critiche e la crisi interna alla sinistra il libro attraverso la satira cerca una via per la pacificazione e l’unità?

Racconto storie anche drammatiche in forma satirica criticando ma lasciando una via d’uscita all’aspetto umano. Tra le altre cose, molti di quelli che critico sono amici miei ma almeno la forma della satira permette di dire le cose in maniera diretta e dura ma con quella leggerezza che non ferisce dal punto di vista umano.

 

Ironizzare la politica è il suo mestiere da sempre, come vede Bobo il futuro della sinistra e dell’Italia?

Il mondo va cambiato se vogliamo vedere dei risultati ed evitare altre guerre terrificanti. Bisogna togliere il capitale finanziario dall’unica regola regolatrice del mondo. Siamo un po’ come ai tempi di Marx insomma. Prima o poi nasceranno delle forze politiche di sinistra in grado di fare questo. Occorre avere però: le idee, le persone e il sogno. Direi anche la capacità di fare. Sento che in Italia ci sono tante pecore Fassina, cioè belle persone ma incapaci dal punto di vista politico.

 

Tornando alle origini, come è nata la passione per la vignetta?

Il disegno ce l’ho sempre avuto come passione. Questo grazie a mia mamma, il nostro gioco preferito era disegnare insieme, è lei che mi ha insegnato le basi. Nonostante fossi bravo non avevo mai pensato di lavorare disegnando l’ho sempre vista come un’attività per superare le angosce della vita. Ho scoperto poi il fumetto e quando mi sono trovato in mezzo alla strada mi sono aggrappato al disegno come racconto terapeutico personale. Mi sono rappresentato senza pietà, scaricando su Bobo tutte le mie frustrazioni in una sorta di autoanalisi.

 

Lucia Antista

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