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Sempre meno genitori leggono ad alta voce con i loro bambini

Il legame intimo e fondamentale dato dalla lettura da parte dei genitori ai propri figli, è sempre più in calo. A dimostrarlo è uno studio condotto in Gran Bretagna

MILANO – Il legame intimo e fondamentale dato dalla lettura da parte dei genitori ai propri figli, è sempre più in calo. A dimostrarlo è uno studio condotto in Gran Bretagna dalla Nielsen. Si evidenzia una diminuzione del venti per cento nel numero di mamme e papà che si siedono con i pargoli a leggere. Nonostante proprio in Grand Bretagna vengano messi in atto programmi specifici per invogliare a questa pratica, la realtà sembra non essere in linea con gli obiettivi prefissati.

Colpa dei figli e dei genitori

Lo scorso autunno il Nielsen Book Research, ha intervistato 1596 genitori di bambini dai 0-13 anni e 417 di ragazzi dai 14-17 anni nel Regno Unito. L’indagine ha evidenziato che mentre al 69% dei bambini in età prescolare veniva letto ogni giorno nel un libro nel 2013, tale cifra era scesa al 51%. Per quanto riguarda i motivi di questo calo, il 19% dei genitori di bambini dai tre ai quattro anni, ha dichiarato che la scusa risiede nel non riuscire a trovare energia alla fine della giornata e che molti bambini preferiscono dedicarsi ad altre cose. L’editore Egmont, che ha co-finanziato la ricerca, ha detto che il calo è correlato a un aumento dei bambini che guardano contenuti video online ogni giorno, aggiungendo che il forte declino nella lettura ha segnalato una significativa minaccia allo sviluppo infantile, con un potenziale impatto sociale a lungo termine. “Non sorprende che i genitori di bambini piccoli siano esausti. La pressione sulle famiglie è enorme, specialmente quando i genitori lottano per bilanciare il tempo libero dopo il lavoro e quello a casa. Tuttavia, in un momento così cruciale nello sviluppo di un bambino, è essenziale che i genitori comprendano gli enormi benefici che la lettura porterà sia a loro che ai loro figli, sia in termini di raggiungimento che di godimento “, ha dichiarato Alison David, direttore del Consumer Insights di Egmont.

Il cattivo esempio dei genitori

Altri dati dimostrano che i genitori non si sentono a proprio agio nelle librerie e che si sentono sopraffatti dalla scelta dei libri. Anche se i bambini sono sempre più attirati dai contenuti distribuiti dagli schermi, bisogna offrire loro una vera gamma di alternative di stampa tra cui scegliere, in modo tale da garantire loro il libero arbitrio nella scelta del  materiale di lettura. Anche se i genitori si sono lasciati quasi trasportare da quest’abitudine, sono in molti a confessare di essere spaventati dalla concentrazione che i loro figli riservano verso gli strumenti tecnologici. Ma per riuscire a superare il problema il buon esempio dovrebbe arrivare dai genitori stessi, che con il loro buono esempio possono significativamente indurre i bambini a incuriosirsi delle pagine stampate.

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