Sei qui: Home » Senza categoria » ”Le mie prigioni”, il celebre libro di memorie di Silvio Pellico

”Le mie prigioni”, il celebre libro di memorie di Silvio Pellico

Oggi ricorre l'anniversario di nascita di Silvio Pellico, nato a Saluzzo il 24 giugno 1789, scrittore e patriota italiano. Lo ricordiamo con un passo della sua opere 'Le mie prigioni'

MILANO – Oggi ricorre l’anniversario di nascita di Silvio Pellico, nato a Saluzzo il 24 giugno 1789, scrittore e patriota italiano. Lo ricordiamo con un passo della sua opere ‘Le mie prigioni’.

 

Le mie prigioni

‘Il venerdรฌ 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora’.ย  Questo รจ l’incipit, l’esordio, de Le mie prigioni, l’opera cui si deve la fama di Silvio Pellico pubblicata nel 1832. L’opera si articola in un arco di tempo che va dal 13 ottobre 1820, data in cui l’autore venne arrestato a Milano per la sua adesione ai moti carbonari, al 17 settembre 1830, giorno del suo ritorno a casa. In esso Pellico descrive la sua esperienza di detenzione – prima ai Piombi di Venezia e poi nel carcere dello Spielberg di Brno – accomunata a quella dell’amico Piero Maroncelli, dopo che la condanna a morte, a seguito del celebre processo Maroncelli Pellico, fu commutata in detenzione al carcere duro. L’opera ebbe cosรฌ tanta fortuna presso i contemporanei dello scrittore che divenne il libro italiano piรน famoso e letto nell’Europa dell’Ottocento. Maroncelli stesso scrisse delle Addizioni alle Mie prigioni di Pellico. Vi proponiamo l’introduzione dell’opera.

Ho io scritto queste Memorie per vanitร  di parlar di me? Bramo che ciรฒ non sia, e per quanto uno possa di sรจ giudice costituirsi, parmi dโ€™avere avuto alcune mire migliori: โ€” quella di contribuire a confortare qualche infelice collโ€™esponimento deโ€™ mali che patii e delle consolazioni chโ€™esperimentai essere conseguibili nelle somme sventure; โ€” quella dโ€™attestare che in mezzo aโ€™ miei lunghi tormenti non trovai pur lโ€™umanitร  cosรฌ iniqua, cosรฌ indegna dโ€™indulgenza, cosรฌ scarsa dโ€™egregie anime , come suol venire rappresentata; โ€” quella dโ€™invitare i cuori nobili ad amare assai, a non odiare alcun mortale, ad odiar solo irreconciliabilmente le basse finzioni, la pusillanimitร , la perfidia, ogni morale degradamento; โ€” quella di ridire una veritร  giร  notissima, ma spesso dimenticata: la Religione e la Filosofia comandare lโ€™una e lโ€™altra energico volere e giudizio pacato, e senza queste unite condizioni non esservi nรจ giustizia, nรจ dignitร , nรจ principii securi.

ยฉ Riproduzione Riservata