Sei qui: Home » Libri » Salone del libro 2017, le opinioni di Massimo Gramellini e Alessandro Baricco

Salone del libro 2017, le opinioni di Massimo Gramellini e Alessandro Baricco

Il tema del Salone del Libro si arricchisce ogni giorno di un nuovo capitolo. Scopriamo oggi le opinioni degli scrittori Alessandro Baricco e Massimo Gramellini

MILANO – E’ di ieri la notizia che Massimo Bray sarà il nuovo presidente della Fondazione per il Libro, l’ente promotore del Salone Internazionale del Libro di Torino. Un segno forte di come Torino voglia rispondere all’Aie, Associazione Editori italiani, che organizzerà a Milano un salone del libro parallelo che sta suscitando diverse polemiche e reazioni del mondo politico, culturale e tra gli stessi editori, alcuni dei quali, hanno deciso di uscire dall’associazione. Ora sono gli scrittori che fanno sentire la loro voce. Scopriamo insieme le opinioni di Massimo Gramellini e Alessandro Baricco.

.

LEGGI ANCHE: SALONE DEL LIBRO, MASSIMO BRAY NUOVO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE 

.

MASSIMO GRAMELLINI – “La lettura è la migliore ginnastica per l’immaginazione e oggi ci serve soprattutto questo: immaginare. Immaginate cosa potrebbe diventare il Salone del Libro di Torino se gli editori italiani riuniti a conclave non decidessero di gettargli tra le gambe una contromanifestazione milanese.” Massimo Gramellini, nel suo “Buongiorno” su “La Stampa” invita a ragionare su tutto quello che sta accadendo in merito all’organizzazione del prossimo Salone tra dubbi, polemiche e incertezze.

.

LO SCOPO DEL SALONE – “Lo scopo del Salone non è mai consistito nel mettere in mostra libri e scrittori soltanto per il pubblico degli appassionati e per quello ancora più esile degli addetti ai lavori. La finalità più ambiziosa, ai limiti della follia e quindi sommamente auspicabile, è sempre stata quella di utilizzare la kermesse primaverile per fare incontrare i libri con i non lettori. Per esempio con i tanti anziani che hanno abbondanza di tempo libero, ma per mancanza di abitudine non associano la lettura al divertimento, e con i tanti ragazzi che non comprendono le parole della cultura perché le considerano legate a mezzi di comunicazione desueti.”

.

LA PARTECIPAZIONE – “Queste persone non sono mai andate volentieri al Lingotto e c’è da scommettere che domani non passeggerebbero nemmeno sotto gli ex padiglioni dell’Expo La partita con i non lettori si gioca nei luoghi della periferia e del centro storico dove molti di loro vivono durante la settimana e passeggiano nel weekend. La Stampa è la comunità intellettuale più numerosa della città del Salone, perciò ritiene giusto gettarsi in questa avventura, proponendosi come partner attivo per le iniziative che con il marchio della più grande fiera libraria italiana verranno organizzate fuori del Lingotto. L’obiettivo è portare la passione per i libri laddove fa più fatica ad affermarsi, utilizzando modalità inedite e speriamo sorprendenti. […]”

.

ALESSANDRO BARICCO – Sull’argomento Salone del Libro è intervenuto anche Alessandro Baricco attraverso un’intervista su Repubblica.  Lo scrittore italiano sottolinea come avere due Saloni, uno a Torino e uno a Milano, sia una situazione paradossale, ma aggiunge come Torino alla fine avrà la meglio.

“Torino è nel cuore e nella mente di chi opera nel mondo del libro. Scrittori, librai, bibliotecari, lettori, insegnanti. Sarebbe come spostare la festa del Santo Patrono. È anche una questione di storytelling. Si evita Milano, nell’immaginario identificata con la ricchezza e la finanza. E si evita Roma, la città del potere politico. Senza considerare il valore evocativo del Lingotto, cuore della grande fabbrica novecentesca. Il simbolo della cultura si incontra con quello del lavoro. Vuoi mettere con Rho Fiera? “.

 

 

Sulla partecipazione dei diversi editori al salone si è, invece, espresso così, “L’associazione degli editori è solo un frammento d’una realtà più ampia. A parte che alcuni hanno votato contro la soluzione milanese, numerosi piccoli hanno anche abbandonato l’Aie, il mondo del libro include molti altri protagonisti che non sono stati interpellati. Una fiera a Rho rischia di diventare un grande appuntamento commerciale che non fa sognare. Una fiera che potrebbe essere disertata dagli scrittori. Qualcuno ha sentito gli scrittori? Non dico che Federico Motta, il presidente dell’Aie, dovesse farmi una telefonata, ma insomma anche noi contiamo. E sono certo che la gran parte degli autori non ha alcuna voglia di andare a Rho”.

.

 

.

© Riproduzione Riservata