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Paula Hawkins, “Sto benissimo nel mio cantuccio con i miei thriller”

L'edizione 2017 del Book City Milano si è conclusa con un'intervista alla scrittrice Paula Hawins in merito al suo "Dentro l'acqua", raccontando come è nata la storia a più voci di questo thriller psicologico

MILANO – Al Teatro Elfo Puccini  si è conlusa con un’intervista alla scrittrice Paula Hawkins in merito al suo libro Dentro l’acqua, l’edizione 2017 del Book City Milano. Un dialogo con l’autore Matteo Strukul, raccontando come nasce una storia a più voci di questo thriller psicologico tra colpi di scena e inaffidabili testimoni.

Il genere thriller per affrontare dinamiche sociali

E’ al termine dell’intervista che si è tenuta nella serata di domenica 19 novembre, che la Hawkins afferma: “Non ero felice quando mi cimentavo con le commedie romantiche. Può darsi che in futuro mi possa cimentare in genere diversi ma non pianifico mai in anticipo le mie scelte future. Per ora sto benissimo nel mio cantuccio con i miei thriller”. Un genere quello psico-thriller che la Hawkins ha affrontato anche nel suo precedente successo “La ragazza del treno” e della quale recente trasposizione cinematografica si dimostra anche molto soddisfatta. Un genere, il thriller usato dunque per affrontare varie tematiche sociali con particolare attenzione a quello che è il mondo femminile. Così ci racconta: “Il genere del thriller psicologico lo affronto partendo dall’abbozzo dei miei personaggi e una volta fatto ciò, viene la trama vera e propria all’interno della quale si riflettono tutti quelli che sono i miei interessi, le mie preoccupazioni, le mie ansie e poiché le donne sono il fulcro dei miei libri, si vengono ad affrontare tutte quelle che sono le problematiche ad essa connesse”. E’ parlando di donne che anche stavolta in “Dentro l’acqua” la scrittrice si è focalizzata su tre donne che sono le sorelle Jules e Nel e sua figlia Lena che, apparsa nella storia conseguentemente alla morte della madre, si troverà ad affrontare un rapporto conflittuale con sua zia Jules, proprio come in passato accadeva tra le due sorelle.

Storia a più voci

Non si ferma a tre il numero dei personaggi protagonisti della storia. Contro le sue stesse aspettative, la Hawkins si è ritrovata a creae undici personaggi con un undici storie diverse. “Ho iniziato la stesura di questo romanzo e senza averlo pianificato sono venute fuori le undici voci di questa storia”, racconta. “Si trattava di un inizio  con un poche voci ma poi mentre creavo la comunità all’interno della quale si dipanava la storia, ogni persona aveva un suo segreto e per poter raccontare questa storia capivo che era necessario avere dei punti di vista diversi per raccontare le diverse opinioni e storie. È stata una cosa difficile da compiere però poco per volta ho capito chi doveva raccontare quale storia. Mi sono ritrovata a fare da giocoliere con tutti”. Trame e misteri che si infittiscono nella cittadina di Beckford, creata dall’immaginazione dell’autrice mentre visitava le zone del nord-est dell’Inghilterra affascinata da storie di caccia alle streghe. Centinaia di anni fa veniva praticato quello che era il “giudizio nell’acqua”, in cui le streghe venivano legate, trascinate fino al fiume e affronatre la prova che le avrebbe portate a galla o annegate togliendo la vita. E’ anche intorno a questo rimando storico che si costruisce il tema dell’acqua, vista non come fonte di vita ma come simbolo di morte. “Acqua come personaggio del libro. Elemento che si collega in maniera positiva ai ricordi della maggior parte di ognuno di noi anche se alcuni possono aver avuto esperienze in cui questa è stata fonte di paura, terrore insidia e talvolta anche di morte. In questo libro il rapporto con l’acqua è anche un rapporto di divisone tra le due sorelle  ma allo stesso tempo elemento di unione tra i vari personaggi. È un collegamento tra il passato e il presente, tra questo luogo e la sua storia”. Una dimensione quella dei ricordi, che acquista un ruolo centrale nel romanzo. “Sono affascinata dal concetto dei ricordi e della memoria e a quanto possano essere fonte di insidie e di trucchi. Tendiamo a fidarci di quello che ricordiamo ma talvolta questa nostra memoria può essere sbagliata e più ci raccontiamo delle storie su noi stessi e più certe volte possiamo spostare la nostra interpretazione della verità di quel ricordo. In questo romanzo il ricordo ha un’importanza centrale poiché il fatto di come ci pensa ad alcune vicende, vanno a modificare quello che è il corso dell’esistenza di alcuni di questi personaggi e il rapporto che questi hanno con la verità”

 

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