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Paolo Perazzolo, “L’editoria italiana non gode di ottima salute”

Analizziamo insieme al responsabile delle pagine cultura di Famiglia Cristiana lo stato attuale del mondo dell'editoria e in che modo si comunicano libri e cultura all'interno dei mezzi d'informazione

MILANO – Le case editrici italiane preferiscono puntare su libri dal successo facile scritti da youtuber e star de web, invece di insistere maggiormente nello scouting dei talenti letterari del Paese. Non usa giri di parole il responsabile delle pagine cultura di Famiglia Cristiana Paolo Palazzolo nell’analizzare lo stato dell’editoria italiana oggi che, in un momento di crisi, decide di puntare sul ritorno immediato rispetto ad una strategia più lungimirante. La speranza? Continuare a investire su politiche che spingano sempre più i ragazzi a leggere, al fine di avere tra qualche anno una generazione di adulti che leggono di più rispetto all’attuale.

 

Qual è lo stato dell’editoria italiana oggi?

Non mi sembra molto in salute, perché l’editoria sta intraprendendo la strada della commercializzazione. Per fronteggiare la crisi che tutti conosciamo, le case editrici invece di insistere maggiormente nello scouting dei talenti letterari del Paese, sta puntando maggiormente su un’editoria dal successo facile; lo scouting di nuovi talenti c’è ancora, ma i loro libri sono meno promossi e pubblicizzati rispetto agli altri più commerciali che poi finiscono in classifica. Ciò rappresenta una deriva pericolosa, che accomuna tutte le forme di comunicazione di oggi: per far fronte alla crisi, si batte la strada più semplice legata al ritorno immediato, rispetto alla più faticosa, con risultati non immediati, ma in termini di progettualità più redditizia, legata alla ricerca della qualità.

 

La comunicazione è in continua trasformazione, quindi anche quella legata alla cultura ed ai libri. Come è cambiata negli ultimi anni?

Vale il discorso di prima: i giornali danno più spazio al fenomeno, non all’autore veramente di qualità. Il sensazionalismo anche culturale ha la meglio sulla qualità e sulla ricerca del talento. Ad esempio, è da poco uscito il nuovo libro di Marco Balzano, ma sui giornali si parla di più del libro della youtuber Sofia Viscardi. Fenomeni che arrivano molto spesso da internet e i cui libri, lanciati in grande stile, sono i più venduti in Italia: basta vedere la loro presenza fissa all’interno delle classifiche settimanali di vendita dei libri.

 

Sei responsabile delle pagine culturali di Famiglia Cristiana. Quali contenuti esclusivi offrono i quotidiani cartacei rispetto alla vasta offerta di informazione presente oggi?

Nel web è tutto un richiamarsi di tendenze e contenuti che attirano più click: quando un organo d’informazione trova il modo per far breccia fra i navigatori, tutti lo inseguono producendo contenuti simili, o addirittura scopiazzandoli. I giornali, soprattutto i quotidiani, nonostante i loro limiti restano i più attendibili ed autorevoli nel segnalare autori di qualità che veramente meritano di essere seguiti.

 

I dati legati alla lettura in Italia sono in leggera ripresa, ma se paragonati al resto dell’Europa siamo uno dei Paesi dove si legge meno. In che modo è possibile attuare questo cambiamento culturale, portando la gente a leggere di più nel nostro Paese?

C’è da segnalare un aspetto positivo: in controtendenza rispetto a quanto avviene per gli adulti, la lettura tra i bambini e in continuo aumento, come attestano gli ultimi dati legati all’editoria per ragazzi. Ciò è positivo: se abitui un bambino a leggere fin dalla tenera età, e più probabile che da adulto mantenga questa buona abitudine. Probabilmente stiamo allevando una generazione di futuri lettori: sarebbe una delle più belle notizie dell’ultimo decennio, visto il valore della lettura come fattore culturale ed educativo delle persone. Bisogna insistere ancora di più con gli investimenti per la diffusione del libro tra i bambini: una sfida colossale nell’epoca delle immagini e di internet, in cui un tablet ed un telefono hanno maggiore fascino rispetto ad un libro. Ruolo fondamentale in tal senso quello dei genitori e della scuola.

 

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