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Morten A. Stroksnes, “La diversità è un valore inestimabile”

Ieri al Salone Internazionale del Libro di Torino abbiamo intervistato Morten A. Stroksnes, scrittore norvegese autore de "Il libro del mare" (Iperborea)

TORINO – Abbiamo incontrato lo scrittore norvegese Morten A. Strøksnes al Salone internazionale del libro: ha gli occhi azzurri come l’oceano di cui parla il suo volume, “Il libro del mare”, pubblicato dalla casa editrice Iperborea. “Era molto tempo che pensavo di scrivere un libro sul mare – ci ha raccontato l’autore norvegese – Il mare mi ha sempre affascinato, ma a lungo non ho trovato l’occasione giusta per farlo, finché un giorno mi ha chiamato il mio amico Hugo, che fa il pescatore e odia il telefono e lo usa solo per le comunicazioni fondamentali, e mi ha detto di andare da lui, era tempo di prendere il largo. Io ho subito risposto di sì, era l’opportunità giusta per scrivere il libro sul mare che desideravo tanto”.

UNA BARCA IN MEZZO AL MARE – “Il libro del mare” racconta la storia vera di due amici, lo stesso autore e il già citato Hugo, e del loro viaggio alla caccia del grande squalo della Groenlandia, un predatore ancestrale con secoli di vita sulle spalle. Una vicenda affascinante che è anche l’occasione per parlare dei profondi sentimenti che il mare continua a scaturire nell’uomo e per rievocare leggende di vecchi marinai. Ma lo sguardo dell’autore mette a fuoco anche il rapporto dell’essere umano con la natura, alla quale l’uomo continua a essere richiamato. “Non che l’essere umano non può essere felice in città, non sono contro la tecnologia – ci ha tenuto a precisare l’autore – però è vero che veniamo dalla natura e che la natura è ancora dentro di noi, ed è per questa ragione che ne sentiamo ancora la mancanza e appena abbiamo un attimo di tempo la rincorriamo”.

L’UOMO E LE BESTIE – Si tratta quasi di un’ossessione, come l’ossessione che l’uomo, che è arrivato a mappare l’intero globo, continua ad avere per il mito del mostro e per ciò che non conosce. “Per gran parte della storia avevamo ragione ad aver paura delle bestie, ci potevano mangiare e ridurre a brandelli e per questo dovevamo nasconderci per evitare di venire mangiati – racconta l’autore – e anche se oggi, proprio grazie alla cultura e alla tecnologia, non abbiamo più bisogno di scappare di fronte alle bestie, in noi è rimasto questo instinto primordiale, proprio come dentro ognuno di noi è rimasta la natura”.

LA RICCHEZZA DELLA DIVERSITÀ – Si tratta di un’eredità che difficilmente riusciremo a toglierci di dosso. “Anzi, oggi sono le bestie a temere noi. Noi ammaziamo milioni di squali ogni anno e nello stesso lasso di tempo gli squali uccidono tre o quattro persone. E abbiamo il coraggio di chiamarli mostri”. Lo scrittore norvegese, insomma, indaga e riflette, analizza e sviscera noi e la società che insieme formiamo, volenti o nolenti. E in un mondo che mira ad appiattire tutto, un libro che racconta di due uomini a pesca su una barchetta in mezzo al mare diventa un rivolizionario tentativo di difendere la ricchezza culturale che è sempre più a rischio, nella convinzione che, come sul finir dell’intervista ci ha detto lo stesso Morten A. Strøksnes, “la diversità è un valore inestimabile”.

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