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Marta Morotti, “Ognuno di noi oggi vive una contrapposizione interna”

La scrittrice varesina è in libreria per HarperCollins con il suo esordio letterario, una storia che racconta come e se è possibile "cambiare la propria vita"

MILANO – “Esistono milioni di contrapposizioni e di contraddizioni nell’animo umano. Personalmente, penso che l’equilibrio perfetto sia una chimera.” È questa l’opinione della scrittrice varesina Marta Morotti, ben analizzata nel suo libro “Le due metà del mondo”, un romanzo che approfondisce i meccanismi che si scatenano in un nucleo familiare compatto quando un evento brusco sconvolge la quotidianità. Ecco l’intervista all’autrice.


Come nasce la trama del libro “Le due metà del mondo”?

Nasce dalla voglia di indagare i rapporti famigliari. Dalla voglia di capire i meccanismi che si scatenano in un nucleo compatto quando un evento brusco sconvolge la quotidianità, introducendo l’elemento di “disturbo” che altera i ritmi considerati normali. E nasce anche dalla gente; osservando le persone ho visto madri guardare i propri figli “diversi” con tristezza, con rassegnazione, ma anche con grande amore. Volevo capire cosa significasse quel tipo di dolore, quel tipo di frustrazione. Ho scelto, poi, di raccontare tutto da due punti di vista perché non sono solo le madri o i padri a essere sconvolti da certi eventi, ma anche i fratelli, le sorelle. Volevo che una di queste ipotetiche sorelle avesse voce.

 

Ci sono elementi autobiografici nella figura della protagonista, Maria?

In realtà no. Il mio mondo e quello di Maria sono agli antipodi. Ma quando penso a lei e a me stessa alla sua età, mi rendo conto che condividiamo una profonda insicurezza, una grande difficoltà, a volte, davanti ai rapporti umani. Quello che io e Maria abbiamo in comune è quel senso di inadeguatezza nei confronti del mondo che, piano piano, si risolve crescendo.

 

Le “due metà del mondo” rappresentano le contrapposizioni interne vissute dalla protagonista. Oggi qual è il principale dualismo che contraddistingue l’animo umano?

Oggi, come ieri, forse, non si può parlare solo di dualismo. Esistono milioni di contrapposizioni e di contraddizioni nell’animo umano. Personalmente, penso che l’equilibrio perfetto sia una chimera. Però, se devo pensare a una forma dualistica, quello che noto, attraverso i social, ma anche parlando con le persone, è questo forte scontro tra la parte arrabbiata, violenta di sé, e la parte che cerca una pace, che ha voglia di andare d’accordo con la vita. È come se ci fossero tanti dr. Jeckyll e Mr. Hyde.

 

Sei una giovane scrittrice. Cosa ti senti di consigliare ai giovani colleghi come te che sognano di emerge nel mondo dell’editoria?

L’unica cosa che posso consigliare è di non farsi scoraggiare da chi dice loro che non ce la faranno. Ci si sente dire che è un ambiente difficile, che pubblicare, al giorno d’oggi, è impossibile. Ma non è vero. Certo, bisogna avere un po’ di fortuna, come in tutto, ma se si è caparbi, tenaci e ambiziosi, tutti gli obbiettivi sono raggiungibili. Quello che mi ripeto spesso è: ce l’hanno fatta in tanti prima di me, perché non dovrei farcela anche io?

 

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